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Cronaca Imola

SEGNALAZIONE. PS Imola: bimbo di 9 mesi con febbre alta lasciato in attesa per ore

In una nota il consigliere regionale Lega Nord Marchetti segnala che ieri madre e bimbo con la febbre a 40 abbiano dovuto attendere oltre due ore al Pronto Soccorso

"Se un bambino di età inferiore ad un anno presenta la temperatura corporea alta è bene consultare il proprio pediatra, se poi nonostante il trattamento antifebbrile non si ottengono miglioramenti, è necessaria una visita urgente. Questo è quanto è indicato nelle linee guida inserite sul sito della AUSL imolese" e anche la nota del consigliere regionale Lega Nord Daniele Marchetti che segnala come ieri domenica 15 Marzo, una madre con il proprio bambino di nove mesi con la febbre a 40°, si sia recata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Nuovo di Imola.

"Da quel momento è iniziato un vero e proprio calvario dal momento che prima di veder visitare il bambino si sono dovute attendere oltre due ore" scrive Marchetti nella nota "i primi trenta minuti sono trascorsi al Pronto Soccorso in attesa di essere trasferiti in pediatria, dove sono poi passate altre due ore in attesa di un intervento. Questo non vuol essere certamente un processo agli operatori che lavorano nel reparto di pediatria, ma certamente è un segnale che c'è qualcosa che non funziona".

Conclude Marchetti: "Non è accettabile che un bambino di soli nove mesi venga tenuto per oltre due ore con la febbre a 40° limitandosi a provargli la febbre periodicamente.Mi auguro che tutto questo non rientri nella normale prassi, ma che sia soltanto un caso isolato da non ripetere".

LA RISPOSTA DI AUSL IMOLA."Si precisa che il bambino non mostrava alcun sintomo allarmante, a parte la temperatura, pertanto il triage ha assegnato un codiceverde, indice di situazione non urgente" ha risposto la Ausl di Imola "la famiglia è giunta in Pronto Soccorso alle 15,08 e dopo l’accettazione ed il triage, il bambino è stato inviato in Pediatria dove è stato sottoposto ad un’osservazione attiva da parte del personale infermieristico, che ha tenuto sotto controllo il piccolo paziente verificando una situazione stabile (eventuali peggioramenti avrebbero infatti modificato l’ordine di accesso alla visita), mentre venivano affrontate situazioni urgenti, tra cui la chiamata in emergenza in ostetricia per un cesareo, che necessitava della presenza del pediatra-neonatologo in sala operatoria". La visita è in effetti stata effettuata a partire dalle 17.10, ma, sottolinea Auls Imola "sono stati effettuati gli esami ematici e delle urine, ed una volta ottenuti i referti, che confermavano una situazione che non richiedeva ricovero, il bambino è stato dimesso (ore 20,24) con terapia antipiretica ed antibiotica ed indicazione di rivolgersi oggi al pediatra di famiglia per i controlli successivi. Assodato pertanto che non si sono riscontrate situazioni che abbiano in alcun modo messo a repentaglio la salute del piccolo, l’occasione è propizia per ricordare a tutti i cittadini che il Pronto Soccorso è un servizio dedicato alle emergenze. Purtroppo, quando medici e pediatri di famiglia non sono raggiungibili, il Pronto Soccorso e, nel caso dei bambini, l’ambulatorio pediatrico, si affollano di casi non urgenti che potrebbero tranquillamente attendere la riapertura degli studi della medicina di base o riferirsi alla continuità assistenziale (ex guardia medica). Questo tipo di comportamento crea inevitabilmente delle attese, comprensibilmente percepite dagli utenti - soprattutto quando i pazienti sono bimbi - come inaccettabili, ma che non possono essere evitate, secondo il principio che vige nei servizi di emergenza, per cui i casi più urgenti accedono alla cura prima degli altri, fatta salva la sicurezza di tutti"

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