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Ospedali bolognesi, Merola precisa: 'Integrazione, non fusione, e ci vorrà un anno'

Sembra ridimensionarsi l'entità dell'accorpamento auspicato dal primo cittadino in sede metropolitana tra i nosocomi cittadini. La Uil:'C'è confusione'

Per capire come arrivare ad una "piena integrazione" dell'ospedale Maggiore e del policlinico Sant'Orsola potrebbe volerci anche un anno di lavoro. E' la tempistica fornita oggi dal sindaco Virginio Merola, a margine di una conferenza stampa in Città metropolitana.

Intanto, dopo il dibattito scatenato dalla dichiarazione a sorpresa del sindaco di un paio di settimane fa, non si parla più di unificazione o fusione tra le due aziende, bensi' di integrazione. Di questo, riferisce Merola, si è discusso ieri in un summit dedicato all'argomento: "Abbiamo condiviso l'obiettivo della piena integrazione, porteremo però nella sede decisionale e di indirizzo principale, che è la Conferenza socio-sanitaria, questa condivisione che c'è tra Regione, Comune e rettore".

A breve, già il 10 maggio, "ci sarà la possibilità di convocare l'ufficio di presidenza e formalizzare l'unità tecnica che dovrà verificare la fattibilità dell'obiettivo di una piena integrazione delle nostre aziende sanitarie", continua il primo cittadino. L'obiettivo è raggiungere "una piena integrazione e farla funzionare al meglio- sottolinea Merola- per dare maggiori risposte ai nostri cittadini, aumentare la nostra capacità di presenza sul territorio sia in termini di prevenzione che di localizzazione di case della salute e di alternative all'ospedalizzazione e nello stesso tempo, attraverso il rapporto con l'Università, specializzare sempre più nell'ambito della ricerca e dell'eccellenza della prestazione medica il nostro sistema sanitario".

Un obiettivo "alto di confronto con realtà non solo nazionali", aggiunge Merola, che quindi "richiedera' un lungo lavoro di verifica di fattibilita'" Il traguardo da tagliare "è la piena integrazione, gli strumenti- afferma Merola- saranno una conseguenza": per questo, il gruppo di lavoro tecnico avrà "un ampio mandato per verificare come raggiungere l'obiettivo". Dopodiché, per capire "quali saranno le forme istituzionali ci vorrà secondo me anche un annetto di lavoro- avverte il sindaco- perché ci sono molti vincoli anche legislativi. L'importante è avere chiaro il mandato".

Di fronte a come si sta sviluppando il percorso, però, storce il naso la Uil: "Fusione, integrazione o che cosa? Mi sembra che la confusione regni sovrana tra coloro che reggono le sorti del sistema sanitario regionale e cittadino", afferma il segretario di Bologna e dell'Emilia-Romagna, Giuliani Zignani: "Da quello che si legge sulla stampa, le idee appaiono poche e ben ingarbugliate". Inoltre, rispetto alla partita che si sta giocando "veniamo sapere di incontri riservati" nei quali, tra l'altro, "si cambiano le carte in tavola: fusione o integrazione? Tutto si decide in solitaria senza neppure convocare le parti sociali", si arrabbia il sindacalista.

Sul tema del cambiamento dell'assetto sanitario cittadino la Uil "aveva chiesto un incontro urgente con la Regione", ricorda Zignani: "E' incettabile non confrontarsi con chi rappresenta migliaia di lavoratori che ogni giorno fanno funzionare ambulatori, laboratori e ospedali, fornendo prestazioni sanitarie". La Uil non ha "preclusioni" ad una riorganizzazione sanitaria in chiave metropolitana, conclude il segretario, ma " i lavoratori hanno il diritto di essere informati. Anche perché gli strumenti per farsi sentire non mancano certo". (Dire)

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