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Cronaca

E' un 24enne bolognese il pusher che ha fornito la dose letale al 16enne Maxim Vatavu

Il ragazzino è morto dopo il coma causato dall'assunzione di extasy: le indagini hanno condotto al giovane spacciatore, due le versioni da vagliare

E' stato individuato il pusher che ha fornito la droga sintetica, probabilmente ecstasy, che ha provocato la morte di Maxim Vatavu, sedicenne di Bologna. Il ragazzo la mattina del 24 maggio si era sentito male mentre era a casa di un amico, un compagno di scuola di 18 anni. Il 27, lunedì scorso, è deceduto al policlinico di Modena, dopo che i medici avevano tentato di salvarlo con un trapianto di fegato.

AVEVA VENDUTO LA DOSE ALL'AMICO DI MAXIM. Lo spacciatore, R.R., bolognese di 24 anni, operaio saltuario, è stato identificato grazie alle indagini della squadra Mobile, coordinata dal pm Francesco Caleca. Il pusher ha ammesso però di aver venduto droga solo al 18enne amico di Vatavu. A questo punto sono entrambi indagati per spaccio, ancora contro ignoti invece il fascicolo per l'accusa di morte come conseguenza di altro delitto.

VANNO APPROFONDITE LE DUE VERSIONI. Andranno quindi approfondite le due versioni: se fosse vero quello che dice lo spacciatore, di questa accusa potrebbe rispondere il diciottenne. Il quale però ha riferito che a casa del pusher ci è andato insieme al compagno di scuola: in questo caso il reato potrebbe venire contestato allo spacciatore. Lo spacciatore è stato nella notte sentito dal pm, dopo che la polizia aveva fatto una perquisizione nella casa dove risiede. Non c'era traccia di sostanze simili a quella che ha ucciso il sedicenne, ma sono stati trovati circa 250 grammi di marijuana. Per questo motivo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

L'ASSUNZIONE SU UN BUS, POI IL MALORE E LA PERDITA DI CONOSCENZA. Il diciottenne, sentito assistito da un legale, avrebbe detto anche che i due avevano acquistato la droga quella mattina, e che l'avevano sciolta in una bottiglia d'acqua mentre si trovavano su un autobus. Poi erano andati a casa, a giocare ad un videogioco. Il sedicenne dopo aver iniziato a vaneggiare, si era improvvisamente accasciato e l'amico aveva chiamato i soccorsi. "Ragazzi smettetela, l'ecstasy uccide. E non ha nessun senso morire così", è il messaggio che ha voluto rivolgere ai giovani il procuratore aggiunto e portavoce della Procura, Valter Giovannini, commentando la vicenda.

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