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Cronaca

Figlia tenta suicidio, giudice dispone allontanamento del padre

16enne pakistana costretta in sposa ad un connazionale, si ribellò alla famiglia bevendo acido muriatico. Il padre è indagato per maltrattamenti in famiglia, violenza e istigazione al suicidio

Chi non ricorda la storia della 16enne pakistana che tentò il suicidio pur di sfuggire a quello sposo da lei non amato e impostole dalla famiglia? E' una storia che ci mette difronte ad una realtà per noi lontana, fatta di integralismo, di famiglie ancorate ad un patriarcato assoluto, donne completamente soggiogate dai padri, prima, dai mariti poi.

Eppure questa realtà si confondeva con la nostra. Questa famiglia viveva all'ombra del capoluogo felsineo, fu qui che la giovane non esitò a scolare una boccetta di acido muriatico per farla finita. Così è toccato alla nostra Giustizia giudicare i protagonisti. La ragazza, dopo un lungo periodo di recupero in ospedale, è stata strappata alla morte e affidata ad una comunità d'accoglienza. I genitori sono invece indagati.

Ultimo tassello, la polizia di Bologna lunedì  ha eseguito un'ordinanza del Gip Mirko Margiocco nei confronti del padre della sedicenne. Per l'uomo, 48 anni, è stato disposto l'allontanamento dall'abitazione e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai congiunti.

Lo straniero è indagato per maltrattamenti in famiglia, violenza privata e istigazione al suicidio, insieme alla moglie che è iscritta per i maltrattamenti subiti dalla figlia, ma è anche considerata vittima di percosse dell'uomo. In un incidente probatorio, avvenuto il 17 gennaio, la 16enne aveva confermato percosse e maltrattamenti subiti da lei, ma anche dalla madre e dai fratelli, raccontando di un 'padre-padrone' e del clima di oppressione in cui costringeva tutta la famiglia.

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