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Cronaca Centro Storico / Via Azzo Gardino

Ok della Giunta per l'acquisto della Palazzina Magnani

"Consentirebbe di arricchire di nuovi spazi il distretto culturale della Manifattura, sia alla necessità dell'Istituzione Musei di ampliare i magazzini e gli spazi didattici di MAMbo"

La Giunta Merola, su proposta dell'assessore alla cultura e al patrimonio Matteo Lepore, ha autorizzato il Settore Edilizia e Patrimonio a manifestare interesse d'acquisto per la Palazzina Magnani, l'immobile storico dei primi del '900, situato in via Azzo Gardino 61 e di proprietà dell'Agenzia del Demanio, che l'aveva messa in vendita attraverso l'indizione di un'asta pubblica, andata deserta lo scorso 15 ottobre.

Come rende noto Palazzo D'Accursio, era stata messa all'asta con l'importo base di gara a 1.900.000 euro, presenta 1.300 metri quadrati di superficie coperta e 3.200 metri quadrati di area verde di pertinenza e si trova all'interno della Manifattura delle Arti, il comparto cittadino che ospita alcuni dei più importanti istituti culturali della città,come il MAMBo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e il Giardino del Cavaticcio, La Fondazione Cineteca e alcuni dipartimenti dell'Università di Bologna.

"L'interesse del Comune di Bologna è dovuto sia alla posizione strategica dell'immobile, che consentirebbe di arricchire di nuovi spazi il distretto culturale della Manifattura, sia alla necessità dell'Istituzione Musei di ampliare i magazzini e gli spazi didattici di MAMbo - si legge - la delibera di Giunta che dà il via all'apertura delle pratiche utili a notificare all'Agenzia del Demanio l'interesse all'acquisto, dovrà poi essere completata da tutte le verifiche e i passaggi amministrativi necessari a concretizzare l'acquisto, che in caso di esito positivo, potrà essere concluso già nel 2020".

Palazzina Magnani 

L’ex Palazzina Magnani è frutto di una ristrutturazione della prima metà del Settecento, secondo la tipologia della villa suburbana, di un edificio appartenuto sino al 1602 alla famiglia Malvasia e pervenuto nel 1657 al marchese Vincenzo Enea Magnani. Prima del 1744 il senatore Paolo Scipione Magnani ristrutturò l’edificio ad opera dell’architetto ticinese Giovanni Andrea Padevilla, che dette alla palazzina la tipologia della villa suburbana dalla classica pianta a “C” con loggiato ad arcate aperto sul giardino-orto, in prossimità del porto Navile.

Verso il giardino la facciata a due piani è coronata da un timpano e le finestre sono scandite da lesene. Sulla strada, la facciata è composta da un doppio ordine di arcate alternate a lesene, il cui ritmo si fa più ampio nel corpo centrale per creare maggiore risalto, mentre i due corpi laterali si interrompono aprendosi in due ampie terrazze. La palazzina  era riccamente adornata di pitture settecentesche, tre le quali sono documentati tre grandi paesaggi a tempera attributi a Carlo Lodi. L’edificio da Magnani passò in eredità ai Malvezzi Lupari, poi agli Ercolani e ai Ranuzzi, per pervenire alla famiglia Allegri in età anteriore al 1831. Nel novecento, quando l’edificio pervenne alla Azienda Monopoli di Stato e fu adibita a sezione dopolavoro della Manifattura Tabacchi, furono realizzate numerose ristrutturazioni e vi fu costruito a fianco l’attuale Ex Cinema Embassy (di proprietà dal 2005 della Agenzia del 
Demanio). Il fabbricato si sviluppa su due piani fuori terra ed uno seminterrato, dotato di corte. 

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