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Cronaca

Dopo l'addio, dubbi sulla morte del tassista Paolo Suma, la famiglia: "Vogliamo la verità"

Dopo i funerali ancora dubbi, ma anche dei ringraziamenti da parte della famiglia del tasista:"Da qualche angolo di cielo Paolo vi sorride, assieme a papà Gianni e mamma Lucia, con un naso rosso da clown che più rosso non si può"

Paolo Suma è il tassista bolognese che dopo due anni di coma ha perso la vita per cause che restano tutt'oggi misteriose: dopo l'ultimo saluto della famiglia e dei tanti amici che lo chiamavano affettuosamente 'Paolino' restano i dubbi sulla sua misteriosa ultima corsa, che lo ha visto prima vittima illesa di un tamponamento con un'auto pirata (senza necessità di cure mediche) e poco dopo inspiegabilmente in condizioni tanto gravi da portarlo al coma. 

"Eravate in molti, lunedì pomeriggio, a salutarlo, e sappiamo che tanti, trovandosi lontani da Casalecchio, ci sono stati comunque vicino con il pensiero e con il cuore. Non abbiamo parole per ringraziarvi - il ringraziamento dei faliliari e del cugino e coetaneo Lorenzo Galliani - Ne abbiamo, invece, per condividere con voi la nostra ulteriore sofferenza, quella di non avere la verità sulle cause che hanno portato alla morte di Paolo, nonostante siano passati oltre due anni dall'incidente sulla A1, tra i caselli di Modena Nord e Modena Sud.

"Proprio un semplice incidente non è stato, come spiega il cugino Lorenzo, che si fa portavoce della famiglia Suma  -Paolo la sera del 15 giugno 2014 è stato tamponato a velocità molto sostenuta da una utilitaria che si è guardata bene dal fermarsi. Lui invece, dopo aver sbandato in mezzo all'autostrada, ha avuto la lucidità per accostare e chiamare il carro attrezzi e fare una telefonata per rassicurarci: andava tutto bene, avrebbe solo fatto ritorno a casa un poco più tardi del solito. Aveva rassicurato anche gli agenti di polizia autostradale accorsi sul posto, che lo hanno lasciato nell'area di sosta col carrista".

"L'altra telefonata, quella nella quale ci vennero comunicate le gravi condizioni di salute di Paolo, è arrivata molto dopo, a circa un'ora di distanza. Il fatto che, apparentemente, non sia stata l'auto pirata a ridurre Paolo in fin di vita lo ha escluso dall'essere tutelato – legalmente ed economicamente – come vittima della strada, ma questo è un dettaglio. Quello che per noi resta fondamentale è capire cosa sia successo".

"Paolo è stato trovato per terra, con una grossa frattura alla testa, e non è riuscito a proteggersi con le braccia, che non hanno presentato segni di ferite o altro. Ci sono delle indagini in corso a carico di ignoti, e anche se la nostra impressione (speriamo sbagliata) è che di passi in avanti se ne siano fatti pochissimi, ci auguriamo che la verità emerga. Non potrà restituirci né Paolo né la serenità, ma vogliamo sapere cosa è accaduto quella sera".

Diversamente da come è stato riportato in passato dai media, Paolo in questi due anni in realtà non è sempre stato in coma: "Si era ripreso (pur non tornando autosufficiente) ed è stato alcuni periodi a casa. Chiaramente, dell'incidente e di quanto accaduto prima che fosse portato in rianimazione a Baggiovara, non ricordava nulla. Ma abbiamo sperato tanto in un ritorno a una certa normalità. Il fisico di Paolo si era però indebolito molto, rendendosi sempre più vulnerabile ai batteri che, di tanto in tanto, lo aggredivano. Ed è andata come sapete. Al dolore si è sommata l'ultima sofferenza, ossia quella di rischiare fino all'ultimo di non poter dare l'ultimo saluto a Paolo, rinviando i funerali a chissà quando".

"Torniamo però da dove siamo partiti: dai ringraziamenti. Abbiamo conosciuto in questo calvario una gran quantità di medici, infermieri, operatori socio-sanitari: molti di loro si sono comportati con professionalità e hanno mostrato grande affetto per Paolo, che comunque è sempre riuscito (anche prima dell'incidente) a farsi volere bene da chi aveva accanto. Ringraziamo voi tutti, amici, tassisti, ex compagni di classe, voi che avete condiviso un pezzetto di strada nei 31 anni di Paolo. Lui stesso, ne siamo convinti, da qualche angolo di cielo vi sorride, assieme a papà Gianni e mamma Lucia, con un naso rosso da clown che più rosso non si può".

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