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Cronaca Navile

Centri estetici e parrucchieri, riscontrate irregolarità: chiusi 50 esercizi, 25 denunce

Controlli a tappetto negli esercizi gestiti da cinesi, in numerose attività mancavano gli attestati richiesti dalla normativa vigente. L'indagine partita dal Savena, ha rivelato pratiche simili in esercizi su tutto il territorio, specie al Navile. Sanzioni per 10.000 euro

Centri estetici e parrucchieri gestiti da cinesi nel mirino della Polizia Municipale, che  ha chiuso ben 50 attività e denunciato 25 persone. Così nell'ambito di una lunga attività investigativa, durata quasi un anno sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, il Reparto Polizia Commerciale della Polizia Municipale di Bologna, specializzato nei controlli delle attività economiche e nella tutela del consumatore, che ieri ha deferito all'Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, venticinque  persone  di nazionalità cinese ed italiana. E non è detto, aggiungono gli inquirenti, che il numero degli indagati si allarghi ulteriormente durante il prosieguo dell'attività,  tuttora  in corso. Ad oggi sono stati chiusi ben 50 centri, di cui 21 estetiche e 29 parrucchieri.

L'indagine - denominata Asian beauty -è partita a inizio 2015 da un centro estetico cinese in zona Savena, che ha aperto avvalendosi di un direttore tecnico con attestato di formazione falso. "Il direttore tecnico - spiega la Municipale -è una figura obbligatoria all'interno  di  uno dei tecnicamente definiti "servizi alla persona", cioè estetisti  e  parrucchieri,  figura  prevista  dalla  normativa proprio per tutelare l'utente, infatti il direttore tecnico ha l'obbligo di frequentare un  corso  di  formazione,  durante  il quale gli vengono insegnati tutti i riguardi  e gli elementi necessari a garanzia della salute dal cliente, per eseguire   tutte   quelle operazioni  che,  in  assenza  di  preparazione, potrebbero  cagionare  danno  alla salute dell'ignaro consumatore che vi si sottopone:  dalla  manipolazione sul corpo, all'impiego di determinati prodotti per i capelli, o per eseguire lavorazioni sulle unghie, e tanto altro ancora; al termine del corso viene rilasciato un titolo abilitante, e solo  con  quello  è  possibile  rivestire  il delicato ruolo di direttore tecnico".

La titolare del centro estetico in zona Savena, continua a dettagliare la Polizia, "evidentemente con l'intento di  evitare la spesa dell'assunzione di un direttore, ne aveva inserito uno con attestato risultato   falso, approfittando della semplificazione amministrativa che, con una scia cosiddetta a "giorni zero", permette di aprire un'attività nel momento stesso in cui tale apertura viene comunicata all'Amministrazione telematicamente, un procedimento basato tutto sulla buona fede del titolare e sulle sanzioni penali previste in caso di dichiarazioni  mendaci".  

Da qui, il sospetto che potesse trattarsi di un fenomeno più diffuso e non di un caso isolato. Così è stata attivata un'attività a fasi serrate, volta ad esaminare  una per una tutte le pratiche di apertura giunte in Comune negli ultimi anni, a controllare, presso ogni Ente che li aveva rilasciati, tutti gli attestati presentati dai  titolari e ad ispezionare ogni centro estetico ed ogni parrucchiere.

Ad oggi sono risultati 15 i cinesi che avevano fatto uso di attestati falsi e/o  che  hanno  fatto  false dichiarazioni all'Amministrazione Comunale; 7 cinesi, 2 italiane ed una algerina le persone che si erano falsamente attribuiti titoli e qualifica di direttore tecnico; tutti i centri in cui si  sono verificati questi fatti sono già stati chiusi e sono in totale 50, dislocati un poco su tutto il territorio comunale, ma con particolare incidenza sul Quartiere Navile. "La mole di lavoro è stata davvero elevata", sottolineano gli inquirenti, snocciolando i numeri: basti  pensare  che  nel solo mese di settembre sono stati chiusi 15 centri tra estetisti  e parrucchieri, 4 a ottobre e 5 a novembre, e tra le maglie dei controlli sono finiti anche 4 centri italiani.

Alcuni centri sono addirittura stati chiusi più volte, perché hanno cercato di riaprire con altre imprese ma con lo stesso metodo  delle false dichiarazioni. Altri centri invece che hanno riaperto, sono già stati controllati più volte e hanno dimostrato, questa volta, di voler rispettare le regole.

A margine dell'attività sono state comminate anche sanzioni pecuniarie, oltre 50: nonostante la singola sanzione prevista dalla normativa sia di importo esiguo, circa 170,00 euro, l'importo totale delle sanzioni arriva a quasi 10.000 euro. 

"L'episodio più caratteristico dell'intera attività - conclude la Municipale -è  stato quello  del  direttore  tecnico che aveva accettato la nomina in due centri estetici contemporaneamente, cosa regolare purché sia in attività solo un centro  alla volta, cioè quello in cui è fisicamente presente il direttore. Agli investigatori però non era sfuggito il fatto che i centri erano aperti contemporaneamente, e che  erano  anche  distanti  tra loro, pertanto con l'impiego di due pattuglie erano stati controllati contemporaneamente, accertando non solo che il direttore non era presente né in un centro né nell'altro, ma anche che in un posto era assente per malattia, e nell'altro perché era andato a fare la spesa".

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