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Cronaca Marzabotto

Troppo tardi per arrivare in ospedale: partorisce in ambulanza a bordo strada

E' successo nel primo pomeriggio di ieri. Mamma e bimbo stanno bene

L'allarme è scattato ieri verso le 13,30 quando, a una giovane donna residente nella frazione Silla a Gaggio Montano, si sono rotte le acque. Immediatamente è arrivata un'ambulanza che ha tentato di trasportare la mamma al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna poichè, dal febbraio del 2014, a Porretta non esiste più il punto nascite. I soccorsi però, sono riusciti a percorrere solo qualche chilometro perché la donna, avendo iniziato il travaglio, non poteva più aspettare e agli operatori non è rimasto altro che accostare l'ambulanza, e aiutare la donna a partorire.

La mamma, che ha già due figli, ha visto venire alla luce il terzo bambino a bordo del mezzo di soccorso fermo sul ciglio della strada tra Pioppe e Sibano, nel territorio di Marzabotto: un parto d'emergeza durato circa due ore. Sul posto era presente anche un'automedica, così come previsto dal protocollo, e grazie all'ìmpegno, al pronto intervento e al sangue freddo di medici e operatori presenti, tutto è andato bene: un vero e proprio parto d'emergenza, ma non certo il primo da quando è stato eliminato il punto nascite in alta Montagna.

Ed è su questo che punta l'attenzione Emanuela Cioni, presidente del Comitato per la salvaguardia dell'ospedale di Porretta e del Cisadep- Coordinamento italiano sanità aree disagiate, che a BolognaToday spiega: "Se tutto è andato a buon fine, e la donna e il bambino stanno bene, è soprattutto grazie alla grande professionalità e pronto intervento degli operatori del 118 intervenuti. Ma siamo punto e a capo, il punto nascite di Porretta è stato chiuso per motivi di sicurezza, legati alle linee guida  dell'Oms che prevedono almeno 500 parti all'anno, numeri che noi non possiamo certo raggiungere.  Quindi mi domando, a questo punto, è più sicuro partorire in ambulanza piuttosto che in una struttura attrezzata? Non credo ci siano assolutamente dubbi sulla risposta. E' necessario rivedere le chisure dei punti nascite nelle aree disagiate e periferiche d'Italia, un impegno necessario per tutelare la salute di bambini e mamme". 

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