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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Pubblicità sulle facciate palazzi, è bagarre in Comune

In Comune si discute sull'opportunità della presenza dei manifesti pubblicitari sui ponteggi prospicenti alle piazze del centro

Dall'imposta comunale sulla pubblicità su Sala Borsa e Palazzo Re Enzo il Comune di Bologna incassa all'anno oltre 100mila euro. "Non ne vale la pena", sostiene la leghista Mirka Cocconcelli, che ieri in commissione Turismo e Commercio a Palazzo D'Accursio ha criticato l'utilizzo delle piazze centrali della città e la concessione di spazi pubblicitari sulle facciate dei palazzi storici.

"Quei manifesti pubblicitari sono uno schiaffo", sostiene Cocconcelli, che snocciola alcuni dati avuti dal settore Entrate del Comune. Per quanto riguarda l'imposta comunale sulla pubblicità, per Sala Borsa nel 2017 sono stati pagati 3.135 euro, mentre per il 2018 è previsto un incasso annuo di 31.351 euro (finora è stata pagata la prima di quattro rate, da 7.837 euro).

Per Palazzo Re Enzo, invece, nel 2017 il Comune ha incassato 12.185 euro e per il 2018 è prevista un'imposta annua totale di 73.092 euro (finora sono stati pagati 18.273 euro). A queste cifre si aggiunge il canone di concessione di impianti pubblicitari privati installari su spazi di proprietà comunale. Per Sala Borsa si parla di un canone annuo previsto per il 2018 di 16.134 euro (finora pagata la prima rata da 4.000 euro), mentre per Palazzo Re Enzo è esente.

Non c'è giorno senza pubblicità- critica Cocconcelli- Sala Borsa, Palazzo Re Enzo e Palazzo D'Accursio sono sempre in ristrutturazione? Siamo sicuri che vale la pena, visti gli introiti?". Anche per il capogruppo di Forza Italia, Marco Lisei, il tema della pubblicità "è scandaloso", anche perché i manifesti sui ponteggi "vanno soprattutto a finanziare i privati".

Replica Lepore: "La pubblicità sui ponteggi serve a finanziare ristrutturazioni di palazzi e opere. Il vantaggio per noi non è tanto il pagamento delle tasse, ma gli accordi che facciamo con le ditte". Per i lavori al Palazzo del Podestà, cita ad esempio Lepore, "abbiamo risparmiato 300mila euro". Per Palazzo D'Accursio, invece, "la ditta che ha vinto il bando ha accettato di ristrutturare anche alcune opere delle collezioni comunali d'arte". (San/ Dire)

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