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Cronaca Zona Universitaria / Piazza Giuseppe Verdi

Piazza Verdi, via la Photinia: rimosso "l'albero della libertà" piantato dai collettivi

Dopo la primavera calda e gli scontri con le forze dell'ordine, era stata piantata dai collettivi al termine di un corteo pacifico

Il 4 giugno, alla fine di un corteo, alcuni studenti dei collettivi, con il volto coperto da una maschera, avevano portate l'alberello in Piazza Verdi e, con tanto di cazzuola e cemento, avevano eretto un'aiuola di mattoni al centro della piazza. "E' il nostro albero della libertà", hanno festeggiato, appendendo al sempreverde una targhetta, con versi del poeta turco Nazim Hikmet. In solidarietà, è stato detto, delle manifestazioni in Turchia. Lostesso giorno era nato anche il profilo Facebook dell'arbusto "Photinia albero della libertà di Piazza Verdi" che teneva informati sulle condizioni meteo, sul suo stato d'animo e su temi cari ai collettivi studenteschi.

Ma da questa mattina niente più Photinia e muretto di protezione. Piazza Verdi si è dunque svegliata senza il suo "albero della libertà". Lo riferisce l'agenzia Dire.

LA WERMACHT BOLOGNESE. Densa di riferimenti simbolici la nota di risposta dei collettivi universitari che richiama al 1° settembre del 1939, quando la Wermacht invadeva la Polonia con quello che "doveva essere un intervento mirato e fulmineo, volto a cancellare con un colpo di spugna le libertà altrui: la blitzkrieg nasceva per distruggere il dialogo, la tolleranza, il meticciato. Da quel tentativo ottuso e liberticida originò una guerra di sei anni, il cui esito è consegnato ai libri di storia...". La Wermacht di Bologna "ha le scarpe di cartone e un equipaggiamento che le consente al massimo di ricattare qualche immigrato e di baloccarsi tra pile di carte per scovare assurde ordinanze. Guidata dai suoi generali Custer e Cadorna non sa cosa sia la guerra coi carri armati di Guderian capaci di avanzare per decine di chilometri al giorno o la guerra sottomarina di Donitz, coi suoi equipaggi osannati dalla popolazione e costituiti integralmente da volontari".

"L'albero della libertà e della solidarietà piantato da migliaia di persone il 4 giugno in conclusione di un corteo e che per tutta l'estate era stato curato e annaffiato da studenti e abitanti del quartiere in quanto simbolo della possibilità di un nuovo corso è stato cancellato. Ancora una volta le istituzioni fanno finta di non considerare quello che sono state le barricate e la difesa della libertà d'espressione del maggio scorso, sono bollite e incapaci da anni di dare risposte in questo contesto, fanno finta di non vedere e la repressione acuirà solamente i contrasti portando a nuove, inevitabili e confuse ritirate... Poco male! E' proprio nella zona grigia tra università e metropoli, tra servizi e luoghi di lavoro abbandonati dallo stato e dalla politica dei partiti in favore del profitto che noi vediamo la possibilità di prendere in mano direttamente la nostra vita, di parlare alla società e al territorio. L'unica strada percorribile per noi è quella che indicavamo qualche tempo fa, quella della costruzione nella materialità del presente di una zona universitaria libera, meticcia e solidale. Per questo le nostre iniziative riprenderanno al più presto come avevamo già spiegato nel corso dell'estate durante la chiusura dell'università. Chiediamo anche la liberazione immediata di Photinia che al momento risulta detenuta in una località imprecisata senza poter parlare con gli avvocati. Chiediamo il rispetto della convenzione di Ginevra o quantomeno di conoscere i termini del riscatto. In caso di risposte evasive o del perseverare del silenzio intorno alle sorti della coraggiosa pianta prenderemo nuovamente la zappa in mano: come a Gezi Park 10, 100, 1000 Photinia sbocceranno, non preoccupatevi. Ci teniamo anche a precisare che Photinia non aveva mai attaccato nessuno con armi chimiche".

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