Covid-19, un giorno in terapia intensiva: "Virus attivo e pazienti complessi, massima attenzione per ogni manovra"
INTERVISTA Piero Caruso, coordinatore della Terapia Intensiva Covid-19 di Villalba: "I familiari possono chiamarci per avere notizie in ogni momento. I malati arrivano anche da altre regioni"
Piero Caruso è il coordinatore della Terapia Intensiva di Villalba, clinica che con l'emergenza Coronavirus ha prestato metà della sua struttura ai malati infetti di grado più o meno grave. I sette letti messi a disposizione per le cure intense sono già tutti occupati da pazienti che sono stati trasferiti dall'Emilia-Romagna e anche da altre regioni: "Sono tutti casi piuttosto complessi nei quali la patologia ha dato qualche problema respiratorio - spiega Caruso - fra le zone di provenienza abbiamo Parma, Piacenza e Guastalla".
Età e stato dei pazienti? Strumenti elettromedicali di cui hanno bisogno? Immagino sia improbabile fare una stima sulla permanenza in terapia intensiva..."L'età media è la stessa che sentiamo nei report dei telegiornali, quindi sui 65 anni, sesso in maggioranza maschile (5 a 2), tutti con ventilazione automatica. Per ognuno di loro c'è un ventilatore meccanico: non tutti sono vigili, quelli più gravi sono addormentati e la loro respirazione è completamente assistita, altri alternano fasi a respirazione assistita/naturale, ma nessuno in modo autonomo (sempre con la cannula tracheostomica). Fare previsioni è appunto improbabile se non impossibile, visto che non abbiamo uno storico e ogni paziente ha una storia clinica a sè. Diciamo che raggiungendo le 34 ore di respirazione autonoma lo spostamento in reparto è prossimo...".
Come e quanto è cambiata la sua routine da quando Villalba è stata convertita parzialmente in ospedale Covid-19? "Pazienti complessi come quelli arrivati da noi necessitano attenzione perchè il virus è attivo e noi dobbiamo essere dotati di un equipaggiamento particolare composto da calzari, doppi guanti e occhiali, addirittura caschi ventilati quando dobbiamo eseguire alcune operazioni come le manovre di broncoaspirazione. Il nostro grande vantaggio è che la nostra azienda si è battuta molto per avere tutta l'attrezzatura necessaria che in questo periodo non è certo semplice reperire. Inoltre i malati di Coronavirus necessitano attenzione particolare anche per delle manovre che in questo contesto diventano più lente e delicate: un esempio che posso fare è quello della pronazione, cioè sistemare la persona in posizione prona, ovvero a pancia in giù, così come è bene per far espandere meglio i polmoni e migliorare gli scambi gassosi. Tutto ciò rallenta i tempi rispetto alla normalità insomma".