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Cronaca San Donato / Via Eleonora Duse, 11

Suicidio via Duse | Fiori e lettere per Piero: “Ultimamente era cupo”

In tanti davanti al negozio di Marchi per lasciare un messaggio. Gli amici: "Un bravo ragazzo. Forse aveva dei problemi". Qualcuno racconta di averlo visto agitato ieri, altri lo descrivono come un tipo strano

Bigliettini, fiori e tanta commozione davanti al negozio di ricambi di via Duse per dare l'addio a Piero Marchi, che ieri si è tolto la vita nel retrobottega dell'attività di famiglia impiccandosi. La serranda principale è abbassata, la parte di negozio che invece accoglie i clienti al bancone è rimasta aperta, con amici e parenti che si affacciavano per portare le condoglianze ai familiari. Tutta la strada è sconvolta e non si fa altro che parlare di debiti, economia, assenza delle Istituzioni, anche se probabilmente, per Piero, i problemi erano anche altri.

Suicidio Piero Marchi: fiori e biglietti in via Duse

LA DESCRIZIONE DI AMICI E CONOSCENTI. “Lo conoscevo da quando era un ragazzino – racconta un suo conoscente residente nel quartiere e frequentatore dello stesso bar – e lo vedevo ogni mattina aprire il negozio prestissimo: alle 7.20 era sempre lì, pronto per cominciare la giornata lavorativa. Negli ultimi tempi sembrava particolarmente cupo e depresso, ma non mi ha mai parlato dei suoi problemi, solo chiacchiere da bar con me, nessuna confidenza particolare”. Qualcuno racconta di aver notato una certa agitazione nella mattinata di ieri, mentre altri lo descrivono come un tipo strano, ma forse “solo per via dei suoi numerosi tatuaggi” ammettono le persone che lo conoscevano di vista.

I MESSAGGI E LE LETTERE. “Ciao Piero. Sei stato sempre padrone della tua vita e hai voluto esserlo fino alla fine. Un abbraccio. Ti terrò sempre nel mio cuore”. E ancora, una lettera: “Incredibile e inaccettabile che una persona possa pensare alla risoluzione dei problemi con la propria morte. L’Italia oggi è un paese incapace di accudire i suoi figli. I partiti, i sindacati, le associazioni, hanno ben lavorato per metterci alla mercè di aguzzini legalizzati come le banche, assicurazioni, enti atti alla riscossione dei tributi. Si occupano di duplicare, triplicare i tributi non pagati con l’autorizzazione dello Stato e dei comuni quando di fatto non si riesce a pagare neanche la cifra iniziale. E noi? Andiamo a votare persone prestabilite che mettono i propri interessi e quelli delle persone che li hanno messi lì ancora prima di eseguire quello per cui sono stati votati. E oggi leggiamo di un amico che ha ceduto alla pressione dei nuovi cravattai dello stato, allo strapotere delle banche, al sistema che banalmente si fa i cazzi suoi sugli impotenti, perché questo oggi siamo. Un’ultima parola a te Piero, che la tua anima possa ora librarsi nell’eternità senza onta perché cedere alle pressioni dello stato che dovrebbe proteggerti non è un’onta”.

 

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