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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Pizzerie fallite in serie, in manette il gestore della pizzeria Bella Napoli

L'imprenditore 48enne con l’aiuto di familiari e prestanome, avrebbe trasferito la gestione dell’esercizio indebitato a nuove imprese costituite ad hoc, evitando così di onorare i conti con lo Stato

L'hanno battezzata "Pizza Tax Free" ed è un'operazione della Guardia di Finanza che si è chiusa oggi con un arresto. I militari delle Fiamme Gialle di Bologna hanno infatti eseguito, su disposizione del GIP Sandro Pecorella, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’amministratore di fatto di alcune società coinvolte in una serie di “fallimenti in serie”, che gestivano tra l’altro la nota pizzeria Bella Napoli di via San Felice, ritenuto responsabile dei reati di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. E’ stato disposto il sequestro di disponibilità bancarie per oltre 1.400.000 euro pari al valore delle somme fraudolentemente sottratte al Fisco.

Chi è l'arrestato: così organizzava "bancarotte a catena"

L’imprenditore, S.M. classe 1971, residente a Bologna ma di origine campane, già lo scorso dicembre era stato destinatario, nell’ambito del medesimo procedimento penale, insieme ad altri quattro soggetti, di un primo provvedimento di sequestro preventivo di beni immobili e quote societarie del valore di oltre 2,5 milioni di euro.

L’attività di servizio trae origine dall’approfondimento svolto dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Antonella Scandellari, sulle vicende relative al fallimento di una delle imprese alternatesi nella gestione della citata pizzeria e che aveva permesso di disvelare l’esistenza di un vero e proprio meccanismo di “bancarotte a catena” posto in essere dal destinatario della misura cautelare.

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Quest’ultimo, infatti, con l’ausilio di familiari e prestanome, con cadenza periodica e dopo aver accumulato ingenti debiti nei confronti dell’Erario, trasferiva la gestione dell’esercizio commerciale a nuove imprese costituite ad hoc, evitando così di onorare i conti con lo Stato. Dopo circa 4/5 anni di gestione prima che l’accertamento tributario potesse diventare esecutivo, l’attività di ristorazione veniva solo formalmente trasferita in favore di nuove società sempre riconducibili agli indagati rimanendo, di fatto, nella loro disponibilità.

Le società coinvolte, quindi, ormai spogliate delle fonti di guadagno e ancora piene dei debiti verso il fisco venivano intestate a prestanome nullatenenti e, di conseguenza, avviate inevitabilmente al fallimento. Il nuovo provvedimento restrittivo si è reso necessario dal momento che dalle indagini svolte successivamente ai primi sequestri è emerso come il S.M. abbia posto in essere una serie di condotte finalizzate a tentare di inquinare le fonti probatorie alla base dell'istanza di fallimento presentata dal Pubblico Ministero nei confronti dell’ultima società che risultava avere in gestione la pizzeria e su cui, nei prossimi giorni, il Giudice fallimentare sarà chiamato a esprimersi.

In particolare l’imprenditore aveva intrapreso contatti con alcuni creditori della società per indurli a dichiarare falsamente che parte dei debiti fossero stati già saldati in modo da far apparire meno grave lo stato d’insolvenza della società in sede di udienza. E’ stato accertato inoltre come lo stesso, nonostante fosse a conoscenza delle indagini in corso, lo scorso mese di gennaio non abbia esitato a ripetere il medesimo meccanismo fraudolento anche con riferimento ad una società operante nel settore del commercio di prodotti ittici gravata di debiti per imposte non pagate e di cui risultava essere amministratore.

L'operazione odierna s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela dell'economia legale e a salvaguardia delle realtà aziendali che operano nel rispetto delle regole.

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