rotate-mobile
Cronaca

Poliziotti arrestati: restano in carcere. Sentito anche ex commissario

Il Gip ha confermato il fermo. Ora si cerca di capire se all'interno della questura ci siano state fughe di notizie. Ex sostituto commissario, Eugenio Migliano, ascoltato come persona informata dei fatti

Restano in carcere i poliziotti della squadra Volanti della questura di Bologna arrestati il 5 marzo perché accusati di aver rapinato e picchiato alcuni spacciatori clandestini, durante controlli. La decisione di confermare la misura è del Gip Alberto Ziroldi dopo che nell' interrogatorio di garanzia il legale di tre agenti, Luigi Saffiotti, che difende Francesco Pace, Alessandro Pellicciotta e Valentino Andreani, aveva chiesto un'attenuazione. Per loro, sospesi dal servizio, il gip ha quindi ribadito il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. Sono nel carcere bolognese della Dozza, e per il momento non saranno trasferiti nell'istituto militare di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Il quarto poliziotto, Giovanni Neretti, colpito da un malore dopo l'arresto, rimane ricoverato all'ospedale Sant'Orsola, in una parte riservata ai detenuti, in Medicina d'urgenza. Lunedì sarà sciolta la prognosi: a quel punto l'avvocato che lo assiste, Fabrizio Petix, presenterà un'istanza per ottenere i domiciliari per incompatibilità con le condizioni di salute.

Intanto un ex sostituto commissario, Eugenio Migliano, in pensione da circa un mese, è stato sentito per circa due ore dal procuratore aggiunto Valter Giovannini e dal sostituto Manuela Cavallo, che coordinano le indagini della squadra Mobile. La sua audizione, come persona informata dei fatti, ha riguardato alcune conversazioni, riportate nell'ordinanza di arresto, avute con l'agente Pellicciotta.

L'obiettivo degli investigatori è continuare ad esaminare tutti gli spazi di ambiguità, le zone grigie, e capire se qualcuno, all'interno della questura, sapeva delle indagini e di quello che stava succedendo. Insomma, se ci siano state o meno fughe di notizie, prima dell'arresto dei quattro. Migliano ha riferito di non sapere nulla delle rapine, né del decreto di sospensione dal servizio, di cui era in possesso il legale dei tre, privo di firma del questore e senza numero di protocollo. Ha spiegato invece di aver ricevuto da Pellicciotta confidenze in cui l'agente si diceva preoccupato di essere incastrato da alcuni spacciatori. Intercettato all'uscita dalla Procura, l'ex sostituto commissario non ha voluto rispondere alle domande dei cronisti, negando di essere se stesso e fornendo loro un altro cognome.

Nei giorni scorsi, poi, dagli accertamenti sui conti correnti bancari dei quattro poliziotti erano emersi una serie di piccoli versamenti in contanti protratti nel tempo. Si trattava di denaro versato in quantità diverse (100-300 euro) dai diversi indagati. Gli inquirenti mirano a capire se queste somme (non riconducibili allo stipendio che viene accreditato direttamente in banca) possa essere ricondotto a entrate giustificabili o meno, ed eventualmente collegato alle rapine. "Non c'é nulla - ha voluto chiarire l'avvocato Petix, che assiste Neretti - che non possa essere giustificato come normali movimenti di una famiglia".

 

 

 

 


 (ANSA)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Poliziotti arrestati: restano in carcere. Sentito anche ex commissario

BolognaToday è in caricamento