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Cronaca Porto / Via Prati di Caprara

Cittadella della moda ai Prati di Caprara? I comitati: 'Rimanga polmone verde'

L'amministrazione e il Bologna calcio che vorrebbero realizzare una cittadella della moda. Ma gli esperti avvertono: 'Zona inquinata, senza alberi peggiora la situazione'

"Il bosco dei Prati di Caprara e un polmone verde che migliora la qualità dell'aria in una delle zona più critiche di Bologna dal punto di vista dell'inquinemento atmosferico. Ridurlo non farebbe che peggiorare la situazione". Lo riferisce il comitato "Rigenerazione, no speculazione", dopo la terza tappa del percorso "Parteciprati", organizzato per informare i cittadini nel tentativo di contrastare i progetti dell'amministrazione e del Bologna calcio, che vorrebbero, in particolare, valorizzare i Prati di Caprara Ovest realizzando una cittadella della moda.

"Stiamo parlando di una zona in cui tutti i dati sulla qualità dell'aria sono particolarmente preoccupanti", avverte Francesco Luca Basile, professore associato di Chimica industriale all'Universita' di Bologna. "Se fossimo nell'Appennino, 45 ettari di vegetazione spontanea sarebbero irrilevanti, ma in un ambiente come quello della zona Saffi possiamo parlare di enormi quantità di inquinanti generati dalle automobili che vengono assorbiti ogni anno dai Prati di Caprara", osserva Basile.

"Un giovane albero, secondo le Hurban Forest Guidelines del 2016 della Fao, equivale in termini di rinfrescamento a 10 condizionatori accesi per 20 ore al giorno. Se consideriamo che i Prati di Caprara contengono dalle 20.000 alle 40.000 piante possiamo avere un'idea di quale effetto negativo avremmo dal punto di vista della qualità dell'aria", avverte il professore, che ha preso parte all'incontro che si è tenuto giovedì scorso nel teatro della parrocchia di Cristo Re e al quale hanno partecipato una serie di esperti.

E poi c'è poi la questione della bonifica, visto che i prati di Caprara sono stati per lunghi anni utilizzati dall'Esercito, quindi, risultare contaminati. "Fino al 2010 non è mai stata riscontrata nessuna necessità di interventi di bonifica dell'area. La bonifica non si applica all'abbandono di rifiuti e allo stato attuale non è stata rilevata ufficialmente nessuna contaminazione. Le sole indagini a campione previste sono quelle dell'Arpae nei prossimi mesi", fa notare Umberto Meletti, esperto di bonifica dei suoli, con incarichi anche per la Provincia di Bologna., in fondo "la presenza di un bosco dimostra che non esistono fitotossici, altrimenti le piante non godrebbero di buona salute", osserva. "Non si puo' dire che l'area abbia bisogno di bonifiche perche' non esistono delle valutazioni di rischio", conclude "e se eventuali dati non fossero stati resi pubblici e trasparenti sarebbe un'omissione per un'area dove sussistono orti urbani e abitazioni", ammonisce il comitato.

Anche dal punto di vista idrogeologico, vengono messi in evidenza alcuni rischi. "A delimitare la zona c'èanche il torrente Ravone- ricorda Alessandra Furlani, agronomo- come tutti i torrenti può essere secco d'estate e in piena nei mesi autunnali e invernali. Infatti il territorio dei Prati di Caprara est storicamente era rilevato come area potenzialmente esondabile, cioè di raccolta delle acque di esondazione per eventuali piene". Dunque "se venisse cementificata la metà degli ettari, in caso di bombe d'acqua, diminuirebbe la capacità di assorbimento naturale del suolo che corrisponde almeno a 500 litri per metroquadro". (dire)

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