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Cronaca Santo Stefano

Abuso di alcool, accessi al Pronto soccorso del Sant'Orsola: il 10% è minorenne

Su circa 500 accessi, un terzo riguarda ragazzi sotto i 30 anni e il 10% sotto i 18. Sono i dati forniti dal dirigente del reparto di Gastroenterologia del Policlinico

Su circa 500 accessi per abuso alcolico al Pronto soccorso del Sant'Orsola di Bologna, un terzo riguarda ragazzi sotto i 30 anni e il 10% sotto i 18. Sono i dati forniti da Antonio Collecchia, dirigente del reparto di Gastroenterologia del Policlinico, in vista del ciclo di incontri "Crescere insieme, genitori e figli" organizzato dall'associazione Amici e genitori dell'istituto Maestre pie (Agimap) in collaborazione con i quartieri Santo Stefano, Saragozza e Porto.

E' di eri mattina l'ultimo episodio: un 23enne, dopo avrebbe abusato di alcool e droghe, è stato ricoverato in gravi condizioni proprio all'Ospedale Sant'Orsola.

La prima iniziativa, in programma per mercoledì al Santo Stefano, è dedicato proprio al "provare l'ebrezza dell'alcol oltre i limiti". Seguirà un incontro al Saragozza su "I rischi delle nuove droghe e le loro dipendenze, prima di concludere al Porto con un dibattito sul gioco d'azzardo intitolato "Sfidare la fortuna giocando i propri risparmi e quelli del papà".

Tre appuntamenti che sono parte integrante del progetto "Miniolimpiadi 2015", manifestazione ludico-sportiva che si svolgerà l'8 e il 9 maggio a villa Pallavicini. I tre temi affrontati dall'Agimap rappresentano altrettante "gravi piaghe che colpiscono la nostra gioventu'", sottolinea la presidente del quartiere Santo Stefano, Ilaria Giorgetti, soffermandosi in particolare sull'abuso di alcol. Su questo fronte, sono "preoccupanti" i dati sulla fascia 11-16 anni, dichiara sempre Giorgetti, mettendo nel mirino anche i bar e gli esercizi commerciali che vendono alcolici a chi non avrebbe l'età per comprarli: casi del genere "ne ho visti e denunciati più volte alle autorità competenti". Se c'è chi chiude un occhio, poi, anche i ragazzi sono "abilissimi", aggiunge Giorgetti, segnalando che molti arrivano a "produrre documenti falsi o ad utilizzare quelli di una sorella o di un cugino".

Grazie a questo progetto si concretizza "un aiuto importante da parte delle istituzioni", afferma il presidente dell'Agimap, Marco Fantoni, segnalando però che "purtroppo questa cosa non e' molto generalizzata". (agenzia Dire)

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