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Cronaca

Punti nascita in Appennino: Bonaccini dal ministro per riaprirli

Dopo l'inversione di marcia di febbraio le speranze sono di rivedere i dettagli dell'accordo stato regioni che nel 2010 sancì la chiusura dei centri con meno di 500 parti per anno

C'è attesa per il destino dei punti nascita in Appennino, le strutture dove chi vive lontano dai grandi centri urbani poteva portarsi per partorire con asistenza sanitaria. Oggi il presidente dell'Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini incontra il neoministro della Sanità Roberto Speranza.

In agenda c'è anche la ridiscussione dei criteri per il mantenimento dei punti nascita. In caso di accordo, potrebbero dunque anche essere riaperti i punti nascita chiusi in Emilia-Romagna negli ultimi anni nei centri appenninici, a partire da quello di Porretta terme (chiuso dal 2014) ma anche quelli di Pavullo nel Frignano, Castenuovo monti e Borgo val di Taro.

Molti i temi di questo primo incontro tra Bonaccini e Speranza, tra questi però anche la riapertura dei punti nascita. "Dirò al ministro -spiega Bonaccini a margine della seduta di assemblea legislativa in corso a Bologna- che siamo disponibili e pronti ad un confronto sui parametri per i punti nascita in montagna e come dissi al ministro Grillo c'è tutta la nostra disponibilità a sederci ad un tavolo. Se si vogliono modificare i parametri l'Emilia-Romagna c'è, al pari credo di tutte le altre regioni. L'eventuale riapertura dei punti nascita? Siamo pronti a riduscutere tutto a campo aperto, ma non possiamo farlo da soli".

La decisione della Regione di rivedere la decisione sui punti nascita segue una svolta, avvenuta a febbraio da parte del Pd, dopo anni in cui i vertici di viale Aldo Moro hanno dato seguito alle linee guida del ministero, che consigliavano la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all'anno. Dopo quello di Porretta, anche altri tre centri nell'Appennino emiliano, Pavullo (Modena), Castelnovo Monti (Reggio Emilia) e Borgo Val di Taro, avevano chiuso i battenti. Ora si cerca di riaprirli.

Sul piano politico in asemblea legislativa c'è sostegno al progetto, anche se grillini in Regione incalzano la giunta a fare presto. "Prendiamo atto della disponibilità della Regione a riaprire i punti nascita. Quello che speriamo però- afferma la consigliera Silvia Piccinini- è che non si tratti dell'ennesimo bluff di Bonaccini visto che su questo tema nei mesi scorsi la sua giunta ha speso fiumi di inchiostro, interviste e apparizioni in tv senza poi concludere nulla di concreto, se non cercare di rimpallare le responsabilita' sul ministero e sul Governo".

Toni più sfumati per la sinistra alleata del Pd a viale Aldo Moro, ma il senso è lo stesso. "I temi in agenda nell'incontro tra il presidente della Regione Emilia-Romagna e il nuovo ministro della Sanità vanno in questa direzione. Bonaccini ha infatti dichiarato che la Regione è pronta a fare la propria parte per rivedere i parametri e discutere di riapertura dei punti nascita", scrivono i consiglieri della sinistra Igor Taruffi, Yuri Torri e Silvia Prodi. "Per chi come noi in tutti questi anni, in Consiglio regionale e nei territori, a prescindere dalla composizione del Governo di turno, ha continuato a rilanciare il problema senza mai darsi per vinto non può che essere una buona notizia. Ora è necessario stringere i tempi",

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