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Cronaca

Vicenda Punto Macrobiotico, soci bolognesi: 'Pazzesco definirci setta'

INCHIESTA PIANESI. Alcuni dei soci di Bologna replicano alle accuse: "I soci non sono tutti magri, non sono integralisti. Falsità, che concorrono alla  demolizione di un progetto"

Bufera su "Un Punto Macrobiotico" (UPM) associazione che include anche una catena di ristoranti macrobiotici, e soprattutto sul suo fondatore Mario Pianesi, indagato insieme alla moglie e ad altri soci per accuse che vanno dall'associazione a delinquere alla riduzione in schiavitù, fino alle lesioni aggravate, inchiesta nata nel 2013 dopo la denuncia di una donna che fece riferimento a manipolazioni e ad atteggiamenti riconducibili a una sorta di "setta alimentare".

LA RESTITUZIONE DELLA TURRITA D'ORO. Dopo la diffusione della notizia Mario Pianesi, per "evitare strumentalizzazioni" (come ha scritto in una lettera arrivata a Palazzo d'Accursio) ha restituito al sindaco Virginio Merola la Turrita d'Oro ricevuta nel giugno 2014. La consigliera leghista Lucia Borgonzoni aveva chiesto qualche giorno prima della restituzione la revoca dello stesso premio

Ma a qualcuno quello che la stampa scrive non va giù e un gruppo di soci bolognesi di 'Un Punto Marcrobiotico' composto da insegnanti, medici, artigiani e pensionati si è unito per dare una testimonianza di quella che è la loro esperienza, descritta come assolutamente non comparabile ai racconti dei denuncianti letti sui giornali in questi giorni: "Siamo esterrefatti e profondamente colpiti da quanto leggiamo e ascoltiamo nei servizi giornalistici che riguardano l’indagine in corso a carico di quattro responsabili nazionali della suddetta associazione. Ai capi di imputazione che sono citati vengono aggiunti ‘fatti’, che a nostro parere fatti non sono ma falsità, che concorrono alla  demolizione di un progetto che per la nostra personale esperienza non solo non danneggia nessuno ma si pone obiettivi concreti e realizzabili, rivolti a tutti"

Roberta, insegnante 61enne racconta la sua esperienza con l'associazione: "Sono socia da dieci anni e non ho mai vissuto nulla di ciò di cui si parla. Mi sono avvicinata alla cucina macrobiotica per problemi di salute e da allora frequento il ristorante, seguo le conferenze: non vedo 'schiavi', ma persone che credono in un progetto e lavorano per portarlo avanti vivendo esperienze positive anche per la cittadinanza come il piantare alberi (Un Bosco per la Città ndr). L'uniformità di definizioni date, pazzesca quella di 'setta', mi ha fatto reagire. Una definizione? Un ristorante alternativo con esperienze positive".

Cosa pensa della restituzione della Turrita d'Oro da parte di Mario Pianesi? "E' stata una decisione onorevole e non una dichiarazione di colpa. Lo hanno spostato dalle stelle alle stalle, ha conseguito vari titoli grazie alle sue ricerche". 

Anche Lilia, impiegata bolognese socia del 'Punto' dal 2005, vuole dire la sua, in difesa dell'associazione di Pianesi: "All'inizio mi è scappato da ridere. Poi mi sono resa conto che era diventato un 'caso' montato giorno dopo giorno. Non mi sono riconosciuta nelle cose che ho letto e qui nessuno inculca niente a nessuno, se mai vengono raccontate esperienze...".

E' andata al ristorante dopo l'esplosione del caso? "Ci sono andata sabato sera ed era pieno. C'erano anche un sacco di stranieri per il Cosmoprof e in generale i volti conosciuti di sempre". 

Oltre Lilia e Roberta, dai 22 ai 62 anni, sono in diversi a voler far sapere il loro punto di vista: "Noi siamo solo una piccola minoranza di soci, ma abbiamo in comune con  gli altri, peraltro  tutti diversi per età formazione professione interessi impegni, il fatto di avere sottoscritto la tessera dell’associazione. Perché per noi è importante mangiare sano e abbiamo fiducia nel fatto che i prodotti che lì ci vengono serviti o che compriamo lo siano". 

"I soci non sono tutti magri, non sono integralisti, c’è chi mangia macrobiotico sempre, chi spesso, chi quando può. Non ci viene estorto niente, anzi a tutti viene offerto un menù, oltre che sano, a prezzi per scelta contenuti, con ulteriori agevolazioni per permettere al maggior numero di persone di avvicinarsi alla macrobiotica. Tutti noi apprezziamo questo luogo, lo ribadiamo, perché per noi è importante che quello che mangiamo ci aiuti a stare in salute e danneggi il meno possibile l’ambiente. Insomma, vogliamo mangiare bene per stare bene. E’ una colpa?".  

In questi giorni stiamo portando con molto affetto la nostra solidarietà e il nostro sostegno a quanti lavorano nel centro di ristorazione che frequentiamo e che non sono ‘schiavizzati’ , come è stato detto, ma hanno fatto una libera scelta, non certo quella di arricchirsi, ma di unire lavoro e passione, convinti che ciò sia meglio per loro stessi e per gli altri. Ma non ci basta, perché ci sentiamo offesi anche noi e attaccati da un bombardamento di parole che riteniamo false e distruttive.
Noi non siamo ingenue vittime, non siamo psicolabili, non siamo raggirati né manipolati. Eppure  siamo stati definiti ‘adepti di una psico-setta’. Parole come macigni, che ci sono state gettate addosso con superficialità e leggerezza.
La magistratura farà il suo dovere, preghiamo voi caldamente di fare il vostro, con serietà e coscienza: accertare i fatti distinguendoli dalle opinioni e dai pregiudizi. Siamo a vostra disposizione per offrirvi la nostra testimonianza.


 

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