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Cronaca Saragozza

I nomi e la storia dei quartieri di Bologna - 3° parte: Porto e Saragozza

Indaghiamo le radici storiche e le origini dei nomi dei quartieri della nostra città, è la volta di Porto e Saragozza, che con la nuova riforma comunale, diventeranno a breve un unico agglomerato urbano

Terzo appuntamento con la storia dei quartieri bolognesi. Dopo il Navile e il Reno, oggi andiamo alle origini dei quartieri Porto e Saragozza, che con la nuova riforma comunale, diventeranno a breve (nuovo mandato Merola) un unico agglomerato urbano.

Saragozza riunisce la zona Costa-Saragozza e Malpighi a seguito della già citata riforma dei quartieri del 1985. Il quartiere Viene attraversato dai fiumi Reno, Ravone e Meloncello e dall’omonima via, abitata fin dal X secolo e caratterizzata da un bellissimo portico medievale. Porta Saragozza, situata alla confluenza delle vie Urbana e Collegio di Spagna, prende il nome dall’omonima città spagnola. Tale ipotesi risulta plausibile dalla vicinanza del Collegio spagnolo di San Clemente, dal suo collegamento con la capitale del Regno d’Aragona e dalla presenza, sin da quell’epoca, di numerosi mercanti e studenti provenienti da essa. Alla fine dell'Ottocento nacquero i primi edifici popolari ad opera della Cooperativa Risanamento, oggi nelle vie Zambeccari, Pacchioni e Muratori. La via ha, però, origini ancora più antiche. Nei pressi delle mura di Porta Saragozza, infatti, vi sarebbero testimonianze della Bononia romana, con la presenza di “bagni” e terme. 

Nel 1883 Don Antonio Costa fonda il Ginnasio G. Mezzofanti presso la Parrocchia di S. Martino Maggiore a Bologna. Nel 1911, dopo alcuni anni nella sede di via S. Alò, la scuola passa in gestione ai Padri Filippini, si sposta in via Monari e prende il nome di Marcello Malpighi, noto scienziato di Crevalcore vissuto nel XVII secolo. Da qui il nome dell’area Malpighi del quartiere Saragozza, da non confondere con l’omonima zona dell’ospedale S. Orsola.

L'area Porto nasce invece dall'accorpamento dei quartieri Marconi (zona Nord-Ovest del centro storico) e Saffi (zona prima periferia Ovest).
Il nome deriva dall’omonima via, antico punto d'accesso al Porto Naviglio, lo scalo bolognese per il traffico fluviale sul Navile. Da circa metà del Cinquecento il Porto era punto di riferimento all'interno della città, ma soprattutto uno snodo commerciale di rilievo. Da un lato il magazzino per le merci, dove erano sistemati gli uffici dei dazieri. Sulla banchina opposta, dall 1785, la Salara, il grande magazzino del sale., l'unico stabile ancora esistente di tutto il porto, restaurato nel 1998.
Un altro edificio storico ancora in piedi è l’ex-mercato bestiame, costruito nei primi del novecento in in un'area compresa fra via Berti, via dello Scalo, via Pier Crescenzi e via Malvasia. 


 

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