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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Censimento “lucciole”, Pia Covre: “Serve all’Agenzia delle entrate?”

INTERVISTA alla segretaria del Comitato Diritti Civili prostitute che spiega perché quello che fanno i Carabinieri non aiuta e non è consono. "Più che un censimento una schedatura...Legalizzare, non criminalizzare"

Pia Covre, segretaria del Comitato per i diritti civili delle prostitute, insiste sul fatto che più che di censimento, quello di Bologna, è piuttosto una schedatura e quindi anche violazione della legge Merlin. Bologna Today l’ha intervistata. Visione simile anche per la consigliera comunale Cathy La Torre, per cui il censimento sui viali sottolinea: “ha il sapore di una schedatura e mi lascia esterrefatta. Che possa considerarsi ‘volontaria adesione’ il rispondere a domande poste da esponenti delle forze dell’ordine a donne che in moltissimi casi vivono situazioni di emarginazione e che spesso possono trovarsi in uno stato di ricattabilità tale da non renderle in grado di far valere i propri diritti, mi pare quantomeno ipocrita”.

Cosa pensa del censimento che i Carabinieri stanno effettuando a Bologna?
Penso che la parola “censimento” non sia la parola giusta: parliamo piuttosto di schedatura, così come invece che di interviste parlerei invece di interrogatori. Che cosa facciano poi esattamente i Carabinieri con i dati raccolti non lo sappiamo, ma il sospetto fondato è che c’entri l’Agenzia delle Entrate e se è una questione di tasse, non esiste una legge che regolamenti la prostituzione in questi termini.

Come vede l’ipotesi di tassare la prostituzione?
Sono d’accordo nel mettere delle tasse, ma queste cose sono da definire prima, non dopo. Per ora non ci sono regole e le prostitute non sono considerate lavoratrici, altrimenti potrebbero detrarre per esempio alcune spese (vedi preservativi), così come accade alle altre categorie.

Dove sta la violazione?
Intanto come sappiamo tutti la prostituzione non è reato, il reato sta nel suo sfruttamento e nell’esercizio all’interno di case o locali di vario tipo. Dicono che questi dati raccolti serviranno a migliorare le loro condizioni, ma da quando hanno cominciato le registrazioni quanti sono stati gli arresti di sfruttatori? Devono dimostrare che il “censimento” faccia pulizia di soggetti pericolosi che gravitano nell’ambiente e non solo pensare poi di far pagare le tasse alle ragazze. Non esiste oggi un programma reale di difesa dei diritti, come non ci sono risultati positivi di questa azione.

Quale la condizione delle “lucciole” oggi?
L’immagine pubblica e sociale delle prostitute è totalmente negativa ed è sempre legata alla criminalità, anche se così non è. E purtroppo sono tanti i casi di omicidi ai danni di queste donne: solo 4 nell’ultimo mese. Non c’è rispetto e andrebbero condannati quelli che sfruttano queste donne.

Un caso esemplare in Europa?
Certamente la Germania e l’Olanda, che sono esempi moderni di organizzazione della prostituzione, anche se naturalmente sempre migliorabili.

In Italia ci sono esponenti della politica che sembrano voler lavorare su queste tematiche?
Lasciando stare la Lega Nord, a cui non interessa realmente il problema. Posso citare i Radicali, anche se non c’è compattezza alcuna in Parlamento. Noi è da vent’anni che chiediamo di intervenire per modificare la legge vigente. Il proibizionismo non funziona e le multe neppure, anzi, mettono questi soggetti ancora più ai margini, al buio.

Chi è e cosa fa il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute?
Il CDCP
è un’associazione no profit fondata da prostitute e non nel 1982; nel 2004 il Comitato ha ottenuto l'iscrizione nell'anagrafe regionale delle ONLUS. L'obiettivo principale dell'associazione è dare aiuto alle persone prostitute. Il Comitato svolge attività culturali per orientare scelte di politiche sociali finalizzate al miglioramento della condizione di chi si prostituisce, per suscitare un dibattito per la sensibilizzazione della società in generale volta al rispetto della dignità e dei diritti delle/dei sex workers, per interventi formativi per l'empowerment delle donne prostitute e migliorarne la qualità di vita. In questi anni il Comitato si è posto come interlocutore per quelle forze politiche che vogliono la modifica della legge sulla prostituzione ponendo come linea di principio i seguenti punti: depenalizzazione della prostituzione, il divieto di controlli sanitari obbligatori e di schedature di qualunque tipo, la lotta allo sfruttamento e al traffico delle persone obbligate ai servizi sessuali. Ottenere il riconoscimento e la protezione dei diritti civili per le lavoratrici sessuali chiedendo la modifica di quegli aspetti delle leggi che ne ostacolano la completa inclusione sociale. Le rappresentanti del Comitato dal 1986 si sono attivate in Campagne di informazione sull'AIDS e di riduzione del danno rivolte al mondo della prostituzione. Dal 1995 hanno avviato attività di aiuto alle persone trafficate, promovendone l'emancipazione. L'iscrizione al Comitato è aperta a tutti coloro che ne condividono i fini statutari.
 

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