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Cronaca Via Stendhal Henri Beyle

Pistole e mazze di ferro, rapinarono bar spaccando la testa al titolare: un arresto

Dopo otto mesi preso uno dei presunti responsabili, che si è poi macchiato di un'altra rapina messa a punto con modalità assai simili. Stingone: 'Violenza inaudita e gratuita, bisogna intervenire in maniera incisiva'

'Catturato” uno dei presunti responsabili della violenta rapina consumata lo scorso 19 luglio ai danni del Bar Angela di via Stendhal. In tre avevano partecipato al 'colpo', sequestrando e prendendo a bastonate il titolare dell'esercizio per sottrargli l’incasso della giornata.
Travisati con passamontagna e armati di pistola, mazze di ferro e spray urticanti, avevano fatto irruzione nel locale colpendo a bastonate sulla testa il barista. Così, dopo avergli provocato un grave trauma cranico - facciale e averlo sequestrato legandolo mani e piedi ad una sedia - erano riusciti a sottrarre l’incasso della giornata, circa 2.200 euro.

Le indagini condotte dagli uomini della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Bologna) per fare luce su una rapina di "così inaudita violenza" - come è stata definita dagli inquirenti -  hanno stretto il cerchio su uno dei tre criminali.

A finire in manette è stato un cittadino marocchino, di 27 anni, clandestino e con precedenti dello stesso genere, su cui è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Bologna. 

Infatti l'uomo è stato arrestato lo scorso 14 marzo, mentre si trovava già assicurato dietro le sbarre della Dozza, per una rapina - consumata con modalità assai simili a quella ai danni del Bar Angela - messa a segno lo scorso agosto in Provincia di Bologna.

Soddisfazione per l'arresto da parte della Squadra Mobile di Bologna. 'Abbiamo assicurato alla giustizia un elemento giudicato altamente pericoloso, per le modalità con cui compiva i propri crimini', ha commentato Morelli, a capo della Squadra Mobile felsinea.

'Sorprende e lascia senza parole - ha detto il Questore Vingenzo Stingone - la violenza gratuita esercitata da questi criminali. Hanno rapinato il barista, infierendo con barbarie anche dopo essersi accaparrati il bottino. Lo hanno picchiato, legato, minacciato con pistole. E dopo aver svuotato la cassa, non paghi, hanno continuato a scagliarsi contro la vittima, senza motivo. Per le modalità cruenti del fatto dobbiamo agire in maniera incisiva". Il malcapitato infatti, dopo l'aggressione, è stato portato in ospedale e operato d'urgenza per il grave trauma cranico-facciale riportato.

LE INDAGINI. Ad inchiodare il marocchino alcuni elementi raccolti dalla Polizia attraverso lunghi mesi di indagini. Schiacciante la prova raccolta sopra il nastro adesivo con cui i banditi avevano legato i polsi della vittima. Sopra vi è infatti stata trovata un'impronta del marocchino. Ad aggravare la posizione dell'uomo anche i riscontri effettuati attraverso i tabulati telefonici, che lo localizzavano alla data del 19 luglio, proprio nei pressi del luogo del crimini. L'uomo, inoltre, insieme ad uno dei due complici, è stata ripreso mentre entrava nel bar, grazie alle telecamere di videosorveglianza installate in zona. (GUARDA IL VIDEO).

Arrestato lo straniero, ora la Polizia lavora per chiudere il cerchio. 'Le indagini - dicono dalla Questura - sono a buon punto. Abbiamo già quasi tutti gli elementi per risalire al secondo complice e stiamo lavorando per arrivare ad inchiodare alle proprie responsabilità anche il terzo uomo che ha agito con loro quella notte."

IL FATTO. Oltre ad essere stato derubato dell'incasso della giornata, e di effetti personali, l'uomo era stato anche barbaramente malmenato. Il fatto era accaduto nottetempo, verso l'1.30. Il barista - un cinese 40enne - mentre stava per chiudere il locale, era uscito per buttare la spazzatura. A quel punto gli si erano avvicinati tre uomini, descritti come stranieri, mascherati con passamontagna. La vittima era stata trascinata all'interno del locale, imbavagliata e colpito più volte con calci, pugni e bastonate. Dopo che i malviventi erano riusciti ad impossessarsi del contante all'interno del registratore di cassa, del portafogli e del telefono cellulare del malcapitato, erano riusciti a fuggire facendo perdere le loro tracce.

            
 

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