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Cronaca Navile / Via Aristotile Fioravanti

Non gli dà una sigaretta: insulti razzisti e botte. Condannato

Episodio di razzismo ai danni di un giovane eritreo in via Fioravanti: condannato dal tribunale di Bologna per il fatto del 2009. Ingiurie aggravate ma assoluzione dalla rapina

L'8 marzo 2009 con un amico aggredì e insultò con ingiurie razziste un eritreo di 24 anni, al quale sottrasse anche il cellulare: la colpa dell'eritreo era quella di aver rifiutato una sigaretta ai due. Il tribunale di Bologna ha condannato per ingiurie aggravate da motivazioni razziste l'aggressore - un ragazzo di 26 anni di origine bosniache, incensurato - a 20 giorni di permanenza domiciliare.

Previsto dal Tribunale anche un risarcimento del danno morale, fissato nella somma di 5.000 euro, provvisoriamente esecutiva, e la rifusione delle spese di costituzione e difesa della parte civile. Il fatto avvenne attorno alle quattro del mattino in via Fioravanti, nella prima periferia. L' eritreo stava camminando per strada insieme alla moglie, venne avvicinato dai due giovani, l'altro era un italiano di 22 anni con precedenti per lesioni, che è poi stato condannato separatamente con rito abbreviato dal Gup per l'aggressione. Gli chiesero la sigaretta. Davanti al rifiuto, i due aggredirono il giovane che, nella colluttazione, oltre ad essere insultato con frasi razziste, venne 'alleggerito' del cellulare e colpito da un calcio al basso ventre. Intervenne una volante e i due furono arrestati. L'eritreo si fece medicare all'ospedale. L'arresto fu per rapina, lesioni e ingiurie aggravate da motivazioni razziste.

Il tribunale ha deciso per l'assoluzione dalla rapina perché il fatto non sussiste. Secondo i giudici non emerge una prova adeguata di un atto di impossessamento del telefono, perché la violenza era connotata "da semplici intenti provocatori e di spregio razziale". I giudici comunque ammettono che il cellulare almeno per breve tempo è stato nelle mani degli aggressori. Riguardo alle lesioni, il Tribunale ha dichiarato il reato non procedibile per difetto di querela. In realtà il ragazzo, con il suo avvocato Andrea Ronchi, aveva presentato querela. A quanto pare però nel fascicolo non è finita. E l'altro italiano, quello che ha fatto l'abbreviato, è stato condannato anche per lesioni. D'altronde nel processo c'era già un altro 'buco': relativo a trascrizioni che non c'erano nel fascicolo, quelle dell'agente di polizia che intervenne in via Fioravanti e che è dovuto tornate due volte a deporre.
 

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