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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Referendum: la giornata di voto a Bologna

In molti già dal primo mattino davanti ai seggi. Pesano le dichiarazioni di voto degli ultimi giorni

Desiderosi di partecipare al referendum e molto informati nel merito. Con questo identikit i bolognesi si sono approcciati alle urne, dove si sono recati massicciamente (oltre il 76% l'affluenza: QUI TUTTI I DATI) .L'Emilia Romagna è stata tra le regioni più presenti alle urne, registrando quasi il 76% di affluenza.

Nella città felsinea, d'altronde, la frequentazione dei seggi, già dalla mattina presto, lasciava ben sperare: «Ancora prima di aprire c'erano già 7, 8 persone che volevano entrare per votare» è il commento dell'addetto comunale che questa mattina accoglie i votanti nei seggi elettorali, allestiti presso le scuole Scandellara, alla prima periferia di Bologna. Le operazioni di voto in questi seggi sembrano molto frequentate, e numerosi capannelli si assiepano appena fuori dell'ingresso. In un misto tra chiacchiere domenicali e commenti alla situazione politica nazionale, in alcuni bolognesi continua il dibattito su scopi ed esito del referendum. «No, non si può votare una riforma scritta da questo parlamento» commenta un signore in età mentre raggiunge la famiglia nella strada per tornare alla macchina. «Eh vabbè, ma bisognerà pure cambiare qualcosa» è la replica del figlio neo maggiorenne, che per un atimo distoglie lo sguardo dallo smartphone.

Referendum, Bologna al voto

Alle scuole Zamboni di vicolo Bolognetti, zona S.Vitale, un allegro trio di studenti fuori sede non riesce a capire dove andare a votare: Di qua, no, di là, alla fine realizzano che alle scuole esistono due ingressi e optano per il secondo. Tra i fuori sede in migliaia, nei giorni scorsi, si sono fatti eleggere come rappresentanti di lista presso i comitati promotori del referendum, per potere votare fuori del comune di residenza. Uno dei tre ragazzi spiega: «Io vengo dalla Sicilia, per me sarebbe stata un'impresa tornare giù per votare, anche se c'era lo sconto del 70%».

Anche all'Istituto professionale Rubbiani di via Marconi si vota. Una ragazza accompagna un'anziana disabile in carrozzina tutt'attorno alla scuola, in cerca della rampa di accesso ai seggi. Tornano indietro a mani vuote, ma la rampa è un poco nascosta appena dietro all'ingresso per le auto. Un poliziotto esce a dare una mano a entrambe. «Sono andato a votare per mandare a casa Renzi» dice soddisfatto un giovane, militante politico, entusiasta per la giornata. «Finalmente -scandisce- è arrivata la resa dei conti».

Al liceo Fermi l'afflusso di persone è più centellinato. Nessun capannello fuori dei seggi ma diverse le coppie anziane che si recano alle urne, scheda elettorale in mano ancora prima di entrare. «Mi ha fatto riflettere il pronunciamento di Prodi, qualche giorno fa» ammette un professore di matematica in pensione, che aggiunge: «Prima non avevo neanche deciso se andare a votare, ma quando Romano (Prodi, ndr) ha sciolto la sua riserva mi sono convinto». Stessa determinazione ma diverse motivazioni per un altro elettore. «Mi sono convinto ad andare a votare perché questo territorio deve dare un segnale di presenza al paese» è il fiero commento di Ares, un atletico settantenne ex sindacalista, che approfitta del jogging domenicale per un salto alle urne in tuta da ginnastica. «Alle regionali non abbiamo fatto una bella figura -continua- ed è ora di far sentire il nostro peso all'interno del voto nazionale». Il sì di Prodi e il no di Caruso? «Non penso sposti di molto la questione. Certo -conclude- se Caruso fosse intervenuto in maniera più morbida avrebbe fatto meglio».

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