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Cronaca

Bambini in affido a Reggio Emilia, monta lo sdegno. Venturi: "Regione parte lesa"

Inchiesta sul presunto business illegale degli affidi , con 27 persone iscritte nel registro degli indagati e 16 ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti di politici, medici, assistenti sociali e liberi professionisti. Appresa la notizia, fiume di reazioni

Turbinio di interventi e reazioni di sdegno da parte dei politici e non solo,  a proposito dell’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia su presunti reati legati alle procedure di affido di minori.

Sul caso non atrda a intervenire Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la Salute, che dichiara: “Ciò che sta emergendo dall’operazione dei Carabinieri in corso nel reggiano sul tema affidi familiari ha contorni che, se confermati, sarebbero di una gravità inaudita. In quel caso, è chiaro che la Regione si troverebbe ad essere parte lesa. E, soprattutto, in quel caso, la Regione si aspetta che i delinquenti siamo puniti severamente, come meritano”.“Rispetto per il lavoro di tutti- conclude l’assessore alla Salute- a fianco di chi sta conducendo l’indagine. Determinati a garantire, e a fare tutto quello che sarà necessario, affinchè i diritti dell’infanzia non siano messi in discussione, specialmente se si sta parlando di bambini che, a volte, hanno purtroppo già alle spalle esperienze difficili”

“Sgomenti e attoniti di fronte alle notizie relative all’inchiesta “ dalla quale emergono scenari inquietanti e che ha portato all’esecuzione di una serie di misure cautelari nei confronti di professionisti impegnati a vario titolo nella tutela dei minori”. Così Rita Bosi, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti sociali dell’Emilia Romagna, che sottolinea:  “Respingiamo comunque sin d’ora ogni tentativo di strumentalizzare una vicenda che non deve in alcun modo riflettersi negativamente, per le responsabilità di alcuni, sull’importante lavoro che la professione di assistente sociale svolge a favore dei minori”.

"Apprendiamo con preoccupazione dell’inchiesta sul business illegale degli affidi , con 27 persone iscritte nel registro degli indagati e 16 ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti di politici, medici, assistenti sociali e liberi professionisti.  Questa non è l’Emilia che conosciamo, che ha fatto della protezione dei più fragili il suo fiore all’occhiello. Per questo chiediamo che si faccia al più presto chiarezza sul caso e, qualora i sospetti si rivelino fondati, che la Regione si costituisca parte civile in un eventuale in un eventuale procedimento penale". Lo hanno riferito i consiglieri regionali Silvia Prodi (Misto - èViva), Igor Taruffi (Sinistra Italiana) e Yuri Torri (Sinistra Italiana), aggiungendo: "Rigettiamo istantaneamente la strumentalizzazione del ministro Di Maio, che accusa il “modello Emilia” di essere un “sistema da incubo”,  solo per denigrare l’ intero sistema di welfare territoriale, che invece dobbiamo tutelare nella  sua  qualità  e nelle positive esperienze di presidio dei servizi alla persona nella nostra regione. Tutela che passa necessariamente dalla piena chiarezza dei fatti e dal prendere tutte le misure necessarie."

 

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