Killer di Budrio, 'Igor' nella zona rossa fino a metà maggio, poi nulla
Le tracce di Dna che inchiodano Norbert Feher ai due delitti confrontate con i reperti organici rinvenuti nella zona rossa, confermerebbero la presenza del latitante entro il perimetro della cosiddetta 'Zona rossa' tra Molinella e Campotto
Il Ris di Parma è in grado di dimostrare scientificamente che Norbert 'Igor' Feher, latitante ricercato per l'omicidio di Davide Fabbri e Valerio Verri, è rimasto nella zona rossa fino almeno a metà maggio.
Dopo i riscontri arrivati dalla polizia serba, e la conseguente certezza scientifica che si tratti della persona ricercata, il Dna del killer è stato isolato sui reperti organici, fiutati dai cani molecolari nell'area 'rossa' tra le oasi di Molinella e Campotto dove 'Igor' aveva a disposizione vari giacigli. Le tracce rinvenute, almeno fino a metà maggio, corrispondono a quelle di Feher.
Dopo metà maggio, però, il 'fuggitivo' diventa 'latitante'. Infatti non ci sarebbero più tracce organiche confrontabili, e questo ha costretto gli inquirenti a rivedere la strategia di indagine: non più massiccio dispiegamento di forze per rintracciare Feher 'al setaccio' in una zona vasta, ma un piccolo contingente -una 40ina di uomini- è rimasto sul teritorio, pronto a scattare davanti a nuove segnalazioni.
Ora le ricerche sono indirizzate a ricostruire la biografia del latitante e a esplorare la rete di contatti che il serbo aveva maturato negli ambiente della piccola criminalità. Seguendo queste linee-guida, i Carabinieri sono tornati nell'abitazione dei Fabbri e hanno sentito la vedova del barista della Riccardina.
L'attenzione degli inquirenti si è infatti concentrata sul perché Feher avesse deciso proprio il Bar Gallo, un locale dall'incasso non altissimo, e in una zona isolata della 'bassa'. Maria Sirica, la vedova di Fabbri, è stata ascoltata dal Pm Marco Forte anche su alcuni hobby di collezionismo del marito ucciso, in particolare orologi. Al momento però non risulterebbero riscontri.