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Cronaca

Corruzione e traffico rifiuti: arrestati due imprenditori e quattro carabinieri

Arrestati padre e figlio bolognesi e quattro Carabinieri. Coinvolte altre 6 persone, tra cui un magistrato in pensione e un luogotenente dell’Arma in servizio a Bologna

A Roma, Bologna e Catania, i militari del Gruppo Tutela Ambientale, coadiuvati dalla Sezione di P.G. Carabinieri, oggi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - della Capitale, a carico di sei persone, responsabili a vario titolo dei reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio ed accesso abusivo ad un sistema informatico.

Tra gli arrestati due imprenditori e quattro militari dell'Arma. Secondo quanto ricostruito a partire da marzo del 2017 i quattro Carabinieri, dietro compensi non solo in denaro, si sarebbero adoperati ripetutamente per fornire agli imprenditori indagati notizie riguardanti le attività di indagine in corso. 

Il modus operandi 

In particolare, a seguito di numerose ispezioni eseguite dal N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico) di Roma presso imprese di autodemolizione della Capitale, sarebbe risultato che la quasi totalità di queste omettevano di bonificare le carcasse dei veicoli rottamati prima di conferirli alle successive ditte della filiera.

Gli automezzi non sarebbero stati privati dei materiali inquinanti (lubrificanti, plastiche, batterie, filtri, motore ecc.) e, una volta compattati  e classificati con un codice identificativo, sarebbero risultati come rifiuti già trattati e idonei alle successive operazioni di riciclo.

I due imprenditori arrestati, un 68enne di Bologna ed il figlio 47enne, titolari dell'azienda di lavorazioni metalliche, e di altre imprese a loro facenti capo, avrebbero tratto profitto dall’acquisto a un prezzo più basso delle carcasse, essendo queste conferite tal quale, e dalla vendita a prezzo di mercato ai fini del riciclo.

Le indagini

La quasi totalità dei veicoli fuori uso, per circa 30.000 tonnellate annue, secondo gli inquirenti veniva acquisita da un'azienda, con sede legale a Bologna e stabilimenti in varie parti d'Italia, e da altre imprese collegate, che le avviavano in fonderia senza ulteriori trattamenti.

Magistrati inquirenti e carabinieri del N.O.E. ritengono che gli indagati avevano iniziato ad adottare accorgimenti per eludere le indagini, quindi si presume che questi riuscissero ad avere informazioni riservato. Secondo la ricostruzione, il Luogotenente S.A., 54 anni, già in servizio presso il N.O.E. di Bologna, sospeso dal servizio per una pregressa vicenda penale e stretto collaboratore, stipendiato in nero, dei due imprenditori, avvalendosi dei rapporti di amicizia con C.P. ed S.C., Sottufficiali dell’Arma rispettivamente in servizio presso il Comando Tutela Ambientale di Roma ed il Comando Provinciale Carabinieri di Catania, e di quest’ultimo con A.P., militare in servizio presso il Comando Tutela Ambientale di Roma, avrebbe ottenuto, dietro compenso, informazioni riguardanti le indagini in corso. 

Rivelazione segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico

In particolare, un ruolo rilevante sarebbe stato ricoperto da S.C. che, dietro cospicui compensi in denaro consegnatigli da S.A. in nome e per conto degli imprenditori, si sarebbe avvalso di A.P e, agendo in prima persona, di C.P., entrambi esperti informatici, che compiendo accessi alle banche dati del N.O.E. di Roma, sarebbero venuti illecitamente in possesso di atti di indagine. 

Oltre ai soggetti sottoposti a misura cautelare, risultano deferite a piede libero altre 6 persone, tra cui M.M., 71enne bolognese, Magistrato in pensione, Presidente del Consiglio di Amministrazione della società capofila degli imprenditori indagati, nonché E.B., luogotenente dell’Arma in servizio presso il N.O.E. di Bologna. A carico dei militari, si apprende, saranno immediatamente adottati provvedimenti cautelari di natura disciplinare, in attesa della definizione del procedimento disciplinare di stato finalizzato alla perdita del grado e dello stato militare.

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