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Cronaca San Donato / Via San Donato

San Donato, AS.I.A. occupa area abbandonata: 'Autorecupero popolare'

Si sono insediati nella villa al 143/2 di via San Donato per dare alloggio a famiglie colpite dalla crisi e riqualificare l’area che versava in condizione degrado:'Qui era luogo di spaccio, abbiamo ripulito, tolte 42 siringhe'

Un quartiere che sembra stia proprio cambiando faccia quello di San Donato. Nonostante le varie denunce di degrado susseguitesi negli anni, i residenti vi sono molto affezionati e forse è sfuggito ai più che si tratti di una delle zone più importanti e partecipati della città. Scali commerciali, Fiera District, sede della Regione e diversi primati: verde ed edilizia pubblica, locali di avanguardia musicale, prima ed unica city-farm dell’Emilia Romagna.
Di fianco al ponte della ferrovia, al 143/2 di via Via San Donato, c’era una villetta a due piani con giardino, disabitata da anni, in balia dell’incuria e dei balordi, di fronte al Parco San Donnino, 30 mila metri quadrati di verde. Intorno, vie popolose e ben tenute, palazzi in ordine e lavori di ripristino stradale e dei marciapiede. E’ stata occupata il 3 marzo da AS.I.A., l’Associazione Inquilini Assegnatari dell’Unione Sindacale di Base, per dare alloggio a famiglie che, a causa della crisi, hanno subito o stanno per subire lo sfratto e che ieri hanno organizzato una “Festa Resistente”,  un momento di condivisione con il quartiere per “conoscere e farsi conoscere”.
Bologna Today intervista, occupanti, inquilini e residenti.
Speriamo che ci riescano e non abbiano guai – osserva la sig.ra Ilia, 67 anni, residente nel quartiere – ci sono troppe case sfitte e gente senza casa. Ma se affitti le tasse ti massacrano, quindi la gente le lascia morire. Sono ragazzi allegri, qualcuno sembra un po’ strano, ma deve vedere quanto hanno pulito, prima era uno schifo sia per la gente che per la sporcizia, qui intorno hanno messo a posto parecchio, era proprio un pugno in un occhio.
In quali condizioni era la casa al momento dell’occupazione?
E’ irriconoscibile ora – ci dice Giampietro di AS.I.A – ci lavoriamo da giorni, era luogo di spaccio, abbiamo trovato sporcizia e 42 siringhe.
Chi è il proprietario?
Una signora meno che 40enne che l’ha ereditata, se n’è disinteressata per 27 anni, ma ci ha denunciati. A lei però andrà una multa salata per incuria, anche se non accade tanto spesso. Abbiamo trovato foto e quadri vecchi che abbiamo tentato di restituire, ma lei ci ha detto di buttarli. La struttura è in buone condizioni, a parte qualche tegola, ora è in vendita per, sembra, 400 mila euro. Abbiamo appurato che al  momento e sotto vincolo, a causa della vicina ferrovia, ma si potrebbe sbloccare e quindi aumentare la cubatura.
Come vi hanno accolto i vicini?
Molto bene perché il nostro è anche un intervento di riqualificazione. Soffrivano il degrado e le frequentazioni. Appoggio totale anche dai movimenti e noi crediamo che questo sia il loro futuro. L’edilizia popolare ormai non esiste più e d’altronde siamo contrari alla cementificazione: di case sfitte ce ne sono fin troppe. Le famiglie che abitano qui, da 3 sono già diventate 5, si tratta di stranieri con figli.
Se le forze dell’ordine vi sgomberassero?
Questa se la devono sudare, abbiamo sempre mollato tutte le occupazioni, ma oggi siamo pronti ad occupare di nuovo. Al 140 di via San Donato ce n’è un’altra, non è escluso che si faccia il salto della ferrovia. Non ci nascondiamo, lo dichiariamo pubblicamente.
All’inizio la signora di fianco ha pensato di passare dalla padella alla brace - ci dice Federico, altro esponente di AS.I.A -  abbiamo trovato siringhe, escrementi e spazzatura vecchia di anni. Vi faccio avere una foto delle condizioni in cui versava questa abitazione. Poi ha visto che siamo aperti e che abbiamo ripulito l’area. Al piano terra, quello che prima era un laboratorio, adesso è un luogo aperto con l’idea di  trasformarlo in  sportello di consulenza sulla casa, per incontri e idee.
E’ venuto qualcuno del Comune, del Quartiere?
Nessuno. Lunedì  5 marzo, abbiamo incontrato l’Assessore alla Casa Riccardo Malagoli: ci ha ribadito che le famiglie devono seguire il percorso con i servizi sociali che però non avevano dato risposte a queste persone.
Vengo dal Bangladesh ho un figlio e abito qui con mia moglie e mio figlio - è la voce di un inquilino  - ora lavoro part-time e non riuscivo più a pagare l’affitto, ho ricevuto lo sfratto, ma nessuna collaborazione dai servizi sociali. Secondo me sono legati ai partiti… L’Italia ha fatto un grande errore: ha fatto entrare troppi immigrati e con la crisi siamo senza lavoro noie gli italiani.
Ma proprio nessuna protesta a questa occupazione?
Grande solidarietà da parte dei vicini e dei movimenti, ci hanno contestato solo la bandiera No Tav all’ingresso; abbiamo spiegato che non si tratta di un presidio, ma di una simbolo donatoci per solidarietà - ci dice un militante - a Roma hanno arrestato questa mattina altri compagni che hanno occupato e riqualificato centinaia di abitazioni negli anni.  Purtroppo i servizi sociali offrono solo posti in dormitorio a mamme e bambini…
E le forze dell’ordine sono arrivate?
Due carabinieri il primo giorno, ma ci hanno lasciato stare. Il sindaco Merola tiene il conflitto sociale molto basso.  
Occupanti e inquilini invitano i cittadini ad andarli a trovare per fare conoscenza ed entrare in contatto con le problematiche abitative.

Davanti alla casa e in rete, attiva anche una raccolta firme per sostenere la petizione a sostegno all’occupazione.
 

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