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Cronaca San Lazzaro di Savena

Anziani maltrattati nella casa-famiglia di San Lazzaro: condanna a otto anni per il titolare

Dovrà anche risarcire le parti civili per un totale di 370mila euro, la maggior parte riconosciuta agli anziani vittime di maltrattamenti

Si chiude con una condanna in rito abbreviato a otto anni, a fronte dei 12 richiesti dal pm Augusto Borghini, il processo di primo grado a carico di Vanes Dani, il titolare della casa famiglia 'Il fiore' di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, al centro di una inchiesta per maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti che porto al sequestro della struttura.

Dani, ex infermiere 66enne, era accusato di maltrattamenti nei confronti di alcuni degli anziani ospiti della struttura, di sequestro di persona e di lesioni aggravate. Il gip bolognese Domenico Panza, però, non ha riconosciuto l'aggravante con cui il pm aveva integrato il capo di imputazione relativo ai maltrattamenti, vale a dire quella prevista dal comma 2 dell'articolo del codice penale che disciplina il reato, secondo cui "se dal fatto deriva la morte" della persona offesa è prevista "la reclusione da 12 a 24 anni".

L'aggravante era stata contestata a Dani in quanto, secondo la tossicologa Elia Del Borrello, consulente della Procura, ci sarebbe stata una correlazione tra la somministrazione di farmaci e la morte, avvenuta il 7 agosto del 2018 (quindi oltre due mesi dopo il blitz che aveva portato all'arresto di Dani), di uno degli anziani che erano ospitati nella struttura.

Per il giudice, infatti, dalla condotta dell'imputato non è derivata la morte dell'anziano, ma lesioni gravi. Inoltre, nel capo di imputazione riguardante i maltrattamenti è stato assorbito, come chiesto dal legale di Dani, Savino Lupo, quello relativo al sequestro di persona. Da qui la decisione di condannare l'imputato a otto anni (vale a dire 12 scontati di un terzo a causa della scelta dell'imputato di farsi processare con rito abbreviato), a cui si aggiungono l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione legale durante la pena.

Oltre alla condanna a una pena detentiva, Dani dovrà anche risarcimento le parti civili per un totale di 370.000 euro. La maggior parte, vale a dire 340.000 euro, è stata riconosciuta agli anziani vittime di maltrattamenti e ai familiari di quelli nel frattempo deceduti, mentre altri 35.000 dovranno essere risarciti al Comune di San Lazzaro e altri 10.000 (5.000 a testa) ai sindacati dei pensionati Spi-Cgil Bologna e Fnp-Cisl Area metropolitana bolognese.

Infine, l'imputato è stato condannato al pagamento delle spese sostenute dalle parti civili. La sentenza emessa oggi soddisfa il segretario della Fnp-Cisl bolognese Sergio Palmieri, in quanto "è stata riconosciuta la funzione di tutela che svolgiamo sul territorio. Già l'ammissione come parte civile- prosegue- andava in questa direzione, e la condanna e il riconoscimento del danno subito ne sono la conferma".

Tuttavia, chiosa Palmieri, "se mi mettessi nei panni di chi ha subito le violenze, probabilmente avrei aspirato a qualcosa di più". E nonostante la condanna di Dani anche Lupo si dice soddisfatto, in primis perché "ci sono ancora l'appello e la Cassazione", e in secondo luogo perché "da un lato è stata esclusa l'aggravante della morte per somministrazione eccessiva di farmaci, che per il giudice ha procurato soltanto lesioni, e dall'altro il sequestro di persona è stato assorbito nei maltrattamenti come avevo chiesto". 

Per il legale, dalla sentenza emerge "un ridimensionamento globale di tutta la vicenda, che mediaticamente ha avuto un risalto che svanirà man mano che passerà il tempo, al punto che quando arriveremo in Cassazione si parlerà solo di diritto". Lupo, quindi, incassa con soddisfazione il fatto che "sia stato riconosciuto che Dani non è un assassino", e si dice "fiducioso per i prossimi gradi di giudizio, perché sono convinto della bontà delle mie argomentazioni". A questo punto, per capire esattamente su quali basi poggi la decisione del giudice, non resta che attendere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate nel giro di 90 giorni. (Ama/ Dire)

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