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Cronaca

Cure a senzatetto, l'associazione in difficoltà: 'Mani legate dalla burocrazia'

L'ambulatorio Sokos cura senza fissa dimora ed emarginati: 'Ora? Ci troviamo in un limbo'

Tante lodi ma alla fine Sokos, associazione che da 25 anni offre a Bologna assistenza sanitaria gratuita agli immigrati senza permesso di soggiorno, alle persone senza dimora e a chiunque viva in una condizione di esclusione sociale, si ritrova con le mani legate.

Il perché lo ha spiegato questa mattina in commissione a Palazzo D'Accursio, elencando una serie di problematiche che impediscono o rallentano l'opera di volontariato. In cima alla lista c'è la questione del rinnovo della convezione tra il centro che opera in via Gorki, in zona Corticella, e l'Ausl.

Il patto, che permette a Sokos di prescrivere ricette per 'donare' farmaci e garantire esami particolari o ricoveri, è scaduto a dicembre e l'Azienda sanitaria ha chiesto di aspettare almeno tre mesi per il rinnovo. "Noi siamo disposti a firmare subito, anche perché ora ci troviamo in un limbo", ribatte Angelo Rossi, responsabile dei progetti di Sokos.

L'Ausl non è importante solo per le medicine ma anche perché "rimborsa tutte le spese di gestione e da quando è scaduta la convenzione stiamo andando avanti solo con i soldi di vecchi progetti e dei soci", aggiunge Natalia Ciccarello, direttrice sanitaria del centro. "Una situazione "fuori dal mondo", la sintetizza. Rossi e Ciccarello parlano di "un bilancio ai minimi storici".

Nonostante tutto venerdì 15 febbraio si aprià un centro odontodiatrico, servizio che mancava tra quelli offerti da Sokos. Ma anche in questo caso, "sono mesi che rincorriamo Ausl e Comune per capire come e cosa fare". Rossi spiega infatti che, per aprire il nuovo spazio, i tecnici dell'Ausl dovrebbero accordarsi con quelli comunali dell'edilizia e delle infrastrutture. In ogni caso, "si aprirà lo stesso, anche perché se dobbiamo aspettare l'ok dagli altri non andremo mai avanti".

Quello del centro dentistico è solo uno dei 'rallentamenti' burocratici che hanno portato Sokos in commissione, audizione chiesta dai consiglieri del Pd Federica Mazzoni e Claudio Mazzanti, per "festeggiarne i 25 anni di attività" dell'associazione. Alla riunione ha partecipato anche l'assessore alla Sanità di Bologna, Giuliano Barigazzi mentre invece, non si è presentato nessun rappresentante dell'Ausl.

Insomma, anche se tutti riconoscono il valore del lavoro di assistenza sanitaria volontaria, le difficoltà di Sokos non vengono 'guarite'. Anche l'entrata in vigore del decreto sicurezza aggrava la situazione perché, non permettendo più il rinnovo del codice "Straniero temporaneamente presente" (Stp), molte delle attività del centro si sono bloccate.

Infatti, anche se Sokos garantisce servizi di base a tutti (tra questi, nel 2018, anche più di 300 italiani in condizione di povertà), aver cambiato alcune norme "non permette di poter garantire le visite specializzate e questo apre un circolo vizioso. Molti non si potranno più curare, non esiste più alcun tipo di prevenzione", avverte Corrado Fini, presidente di Sokos.

Insomma, quelle che chiedono i 40 medici volontari che visitano gratuitamente più di 5.000 pazienti all'anno, sono delle risposte. "Abbiamo posto tanti quesiti sia a livello regionale che all'Ausl per capire concretamente che cosa dobbiamo fare, come dobbiamo agire con questi cambiamenti", conclude Fini. (Saf/ Dire)

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