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Cronaca

Distrugge una stanza del Sant'Orsola e dà fuoco alla cella

Prima ha perso la testa dentro l'ospedale, poi alla Dozza

Ha perso la testa dentro l'ospedale Sant'Orsola, dove era piantonato, e con una sbarra improvvisata, ha distrutto tutto quello che si è trovato davanti.

Protagonista, un detenuto tunisino che è stato riportato alla calma da diversi agenti penitenziari, intervenuti anche per tutelare l'altro detenuto che occupava la camera: "Da sottolineare che il personale intervenuto agiva senza alcuna dotazione di mezzi di protezione (tipo caschi e scudo) e anche i semplici DPI (dispositivi di protezione individuale) come guanti e mascherine, venivano chiesti al personale sanitario" scrive in un comunicato Antonio Fellone, segretario nazionale del sindacato dei penitenziari, Sinappe, che ha anche reso noto l'accaduto "da elogiare la tecnica di mediazione utilizzata dagli agenti intervenuti, che ha permesso di riportare la calma senza l’uso di alcun mezzo di coercizione, anche se dopo non pochi sforzi; tale tecnica, purtroppo non insegnata durante i corsi di formazione, dovrebbe invece essere diffusa tra il personale che sempre più spesso viene a trovarsi in situazioni critiche difficilmente gestibili".

Ma l'aggressività del detenuto non era evidentemente cessata, visto che, una volta rientrato alla Dozza, ha incendiato la cella e quattro agenti sarebbero rimasti intossicati. 

Sul caso interviene anche FP CGIL: "Non conosciamo i motivi che hanno portato il detenuto a compiere tale gesto, ma riteniamo l'episodio molto grave e auspichiamo che l'Amministrazione possa accertare la verità e prendere le decisione del caso - si legge nella nota - FP CGIL ribadisce la necessità che l'Amministrazione si adoperi al più presto per riportare ad un numero congruo i detenuti ristretti presso l'Istituto bolognese, visto che giorno dopo giorno si continua a registrare l'aumento degli stessi". 

La FP CGIL ribadisce inoltre la carenza di mezzi e misure adeguate, per gestire individui sempre più spesso portatori di un disagio e ribadisce la necessità di ridiscutere il regime della socialità con camere di pernottamento aperte, modalità che sta sempre più accrescendo la difficoltà di gestione delle sezioni da parte del personale interno.

Due giorni fa, presso il Reparto Femminile, una detenuta, dopo essere andata in escandescenza per futili motivi, ha aggredito un paio di agenti una delle quali ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso.  

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