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Cronaca

Crisi negozi, Ascom sposa idea di fare pagare la prova di scarpe e vestiti

L'idea è spuntata in un negozio si Mirandola, nel modenese: 10 euro per chi prova e poi non compra ( ma lo fa online)

Un cartello per avvisare i clienti che, se hanno intenzione di entrare in negozio soltanto per provare scarpe e vestiti per poi comprarli su internet, dovranno pagare 10 euro.

E' quello che Ascom Bologna ha suggerito di fare ai commercianti che, già da anni, segnalano un incremento di casi in cui le persone entrano nei negozi soltanto per provare quello che poi sperano di comprare a un prezzo più vantaggioso online. Proprio in questi giorni a Mirandola, in provincia di Modena, un negoziante ha chiesto 10 euro ad una ragazza che dopo aver provato un paio di scarpe non ha acquistato nulla.

La richiesta, precisa il commerciante, è legata agli abusi di "chi prova le scarpe per poi acquistarli su qualche sito di e-commerce". Una pratica che ormai è diventata una moda "soprattutto tra i più giovani" e che spesso "fa perdere molto tempo ai venditori". Ma il caso della bassa modenese non è isolato perché gli stessi episodi si sono visti anche in Toscana e a Trento.

"Ci vuole rispetto reciproco legato anche al rapporto che si crea tra venditori e clienti", precisa Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom Bologna, sottolineando che l'associazione suggerisce che, piuttosto che chiedere soldi senza avvertire il cliente, sarebbe meglio affiggere un cartello di avvertimento per cercare di smorzare questa pratica.

Tonelli non crede che in questo modo si possano 'spaventare' quei clienti che spesso provano diverse paia di scarpe senza comprarle ma in realtà sono in buona fede. "Ovviamente non vogliamo che vengano chiesti soldi a tutti, tanto si capisce benissimo quando qualcuno è solo indeciso e quando invece si entra con l'intento di voler provare quei cinque modelli già scelti solo per valutare come calzano e poi comprarli su internet", precisa il numero uno di Ascom. (Saf/ Dire)

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