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Cronaca

Sciopero 20 novembre: i lavoratori pubblici si fermano per dire No alla Legge di stabilità

Si preannuncia dunque un venerdì all'insegna di disagi per i cittadini anche a Bologna, dove ad esempio le scuole saranno chiuse e vari servizi pubblici, tra cui quelli ospedalieri, saranno a rischio

Oggi, venerdì 20 novembre, al via lo sciopero generale del lavoro pubblico, proclamato per l’intera giornata dall’Unione Sindacale di Base.
La mobilitazione riguarda tutte le categorie del pubblico impiego, i lavoratori e le lavoratrici dei servizi pubblici privatizzati ed esternalizzati e delle partecipate e gli Lsu Ata della Scuola. 

Si preannuncia dunque un venerdì all'insegna di disagi per i cittadini anche a Bologna, dove ad esempio le scuole saranno chiuse e vari servizi pubblici, tra cui quelli ospedalieri, saranno a rischio.

Alla base della protesta la Legge di Stabilità, che - denuncia Usb - "prevede ridicoli aumenti contrattuali (5 euro medi lordi mensili); che continua a tenere bloccate le assunzioni nel pubblico impiego ignorando  diritti di precari e vincitori di concorso; che taglia la Sanità ed i servizi ; che riduce da 8.000 a 1.000 il numero delle aziende partecipate, favorendo la definitiva privatizzazione di numerosi servizi territoriali".

Tre le manifestazioni organizzate in occasione dello sciopero: a Roma, Milano e Napoli. "Tre piazze - assicura Usb -in cui sarà forte e determinata la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori ad una Legge di Stabilità che continua a dare soldi alle imprese togliendoli ai servizi, secondo i consueti diktat dell’Unione Europea". Tre piazze da cui - continua l'unione sindacale, "mentre il Mibact annuncia con solerzia che applicherà il ‘decreto Colosseo’ per mantenere aperti i siti culturali durante lo sciopero generale, le lavoratrici ed i lavoratori riaffermeranno la difesa del diritto di sciopero stesso, un diritto che di giorno in giorno viene sempre più logorato da continui attacchi che non stanno risparmiando anche la nostra Costituzione". 

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