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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Monzuno

La scuola tra digital divide, nuovi approcci ed emergenza Covid a Monzuno: "Tornare sui banchi? Si potrebbe a giorni alterni"

Intervista al dirigente scolastico Pasquale Santucci: "Nel territorio ci sono ancora zone con scarsa copertura di rete"

Digital divide, nuovi approcci metodologici e pedagogici in ambito scolastico in piena emergenza Covid-19: come il corpo docenti, gli alunni e le famiglie stanno affrontando la formazione ai tempi della quarantena, e come gli istituti si sono rimodulati in base alle esigenze a Monzuno e Vado. Ne abbiamo parlato con il dirigente scolastico Pasquale Santucci, per capire quali sono stati i maggiori problemi riscontrati portando le lezioni online, e quali prospettive si configurano in vista di una possibile riapertura dei plessi da settembre in poi.

Santucci, in piena emergenza quali sono state le difficoltà alle quali le scuole di cui è dirigente hanno dovuto far fronte, considerato anche la conformazione del territorio?

 “La scuola è stata colta di sorpresa da una difficoltà che ha spiazzato tutti. Devo sottolineare però l’ottimo lavoro di chi mi ha preceduto nel ruolo di dirigente, in quanto ha cercato di attivare già un sistema di diffusione dei mezzi informatici, e di diffondere una competenza digitale. Tutte le nostre classi hanno le Lim, a settembre stava arrivando la banda larga grazie a Lepida e Comune e quindi gli impianti ci sono. Ci stavamo attivando per la ristrutturazione del laboratorio informatico ma non c’è stato il tempo necessario, perché poi è scoppiata l’emergenza sanitaria. Il problema è che mancava un’implementazione delle piattaforme informatiche, quelle di maggiore uso, e a riguardo siamo partiti a emergenza attivata”

Come vi siete organizzati?

"Parto da un presupposto fondamentale, la pedagogia. L’obiettivo che mi sono prefissato per affrontare da subito questa emergenza era quello di salvaguardare prima di tutto le persone nella loro completezza. L’emergenza Covid ha creato un ribaltamento, se da un lato è vero che le misure emergenziali applicano subito la legge, è anche vero che l’emergenza ci ha costretto a un nuovo approccio, dalla tenuta del dialogo educativo alla tutela della salute a quella della persona a 360 gradi, senza dimenticare la reclusione forzata che è del tutto innaturale. Sono premesse di valore, perché quando l’emergenza prevale sulle priorità può arrivare un danno. Lo sforzo è stato quello di mettere la priorità, in questo la formazione scolastica,  sopra l’emergenza, cioè la didattica a distanza su un canale digitale. La didattica si basa su una serie di strumentazioni tecniche che vanno ad articolare una logica di competenze chiave, perno della rivoluzione formativa. Siamo partiti da qui, prendendo in considerazione tutti questi aspetti. Siamo partiti dal registro elettronico, che man mano si è evoluto permettendo un’interazione maggiore, all’emanare circolari agli insegnati e messaggi alle famiglie per dare delle linee guida. Ho puntato a una didattica inclusiva, a un processo di comunicazione incentrata sull’ascolto per capire paure e timori. Poi sono state implementate le piattaforme che hanno permesso contatti diretti tra la scuola e la famiglia, fino ad oggi dove il sistema è ormai abbastanza collaudato”

Ci sono problemi di copertura rete in zona?

“Si, ci sono alcune zone con scarsa copertura. Non c’è la banda larga e abbiamo aree non coperte neanche dalle schede telefoniche. Dobbiamo anche sottolineare una povertà sociale che si sta aggravando in maniera drammatica. L’economia della montagna si regge su un’economia, mi passi il termine, minore. Su micro imprese che hanno subìto duri colpi e quindi un’economia che ha avuto in poco tempo contraccolpi violenti. Tutto aumenta una difficoltà di base per chi non aveva già strumenti adatti per seguire corsi e lezioni attraverso computer, o mezzi simili”

Quindi avete aiutato famiglie in difficoltà, o che ad esempio non avevano un computer?

“Come scuola stiamo per far fronte a situazioni di maggiore bisogno dando in comodato d’uso gratuito alcuni computer o fornendo ricariche telefoniche per far usufruire di lezioni online tramite cellulare a chi vive ad esempio in zone isolate o non ben coperte, o in situazioni economiche disagiate. Tutto per garantire un’adeguata formazione scolastica . Per gli alunni diversamente abili sono stati creati contatti diretti online con le insegnanti di sostegno ed educatori”

Ci sono alunni che non seguono lezioni, o famiglie che rifiutano di approcciarsi a computer, tablet e cellulari?  

La mancata fruizione è assolutamente sporadica, si tratta solo di qualche caso dove ci sono situazioni in cui c’è anche una resistenza ideologica a questo approccio formativo, e che in ogni caso abbiamo cercato di affrontare con l’informazione, continui dialoghi e la collaborazione dell’ente locale"

Una piccola percentuale quindi?

“Si, considerando che in totale sul territorio abbiamo circa 500 alunni tra secondaria di primo grado, primaria e infanzia”

Si parla di tornare sui banchi a settembre, ma secondo lei come potrebbe avvenire la riapertura dei plessi, tenendo anche conto del sovraffollamento delle classi?

“E’ senz’altro troppo presto fare previsioni in merito, a puro titolo di ipotesi si potrebbe pensare di tornare a scuola a giorni alterni, dando così una risposta al problema del sovraffollamento. Questo permetterebbe di mantenere distanze minime di sicurezza all’interno delle classi, prendendo poi una serie di provvedimenti mirati al contenimento di un possibile contagio”.

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