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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sequestro beni Faac: parenti in attesa della decisione del Collegio

I parenti di Manini hanno impugnato il testamento, disponendo il sequestro e nominando un custode. Ma il provvedimento era stato poi sospeso per il reclamo dell'arcidiocesi: in attesa della decisione di De Meo, Borgo e Costanzo

Il collegio della prima sezione civile del tribunale di Bologna si è riservato la decisione sul sequestro dei beni di Michelangelo Manini, defunto patron della Faac, multinazionale dei cancelli automatici. In udienza si discuteva il reclamo presentato dalla curia, cui Manini ha lasciato la propria eredità, dopo che in primo grado il giudice Maria Fiammetta Squarzoni, l'8 ottobre, aveva accolto il ricorso dei parenti (lo zio Carlo Rimondi e la cugina Mariangela Manini), che hanno impugnato il testamento, disponendo il sequestro e nominando un custode. Il provvedimento era stato poi sospeso proprio in virtù del reclamo dell'arcidiocesi. Adesso si attende una decisione del collegio (composto da De Meo, Borgo e Costanzo).

ANCHE IL DENTISTA RECLAMA PARTE DELL'EREDITA'. Preliminare è il rilievo (oggetto anche di eccezione da parte della curia) - scrive Squarzoni - che è in corso procedura cautelare di secondo grado" a seguito del reclamo. Una decisione, secondo Squarzoni, rischierebbe di creare un "bis in idem" da un lato e, dall'altro così facendo "si eluderebbe l'impugnativa che ha spostato la competenza funzionale della cautela dal giudice istruttore al collegio del reclamo". Con la stessa ordinanza, il giudice respinge il ricorso anche di Lucio Corneti, dentista di Manini, anche lui tra coloro che hanno impugnato il testamento con cui l'imprenditore destinava tutto alla Chiesa bolognese. L'arcidiocesi guidata dal cardinale Carlo Caffarra è rappresentata nella vicenda dall'avvocato Michele Sesta, mentre anche la stessa Faac ha deciso recentemente di scendere in campo per tutelarsi, affidandosi all'avvocato Alberto Maffei Alberti.

TUTTE LE PUNTATE DELLA STORIA. Nuova puntata, interlocutoria, nella contesa giudiziaria sull'eredità Faac. Il giudice del tribunale civile di Bologna Maria Fiammetta Squarzoni ha rigettato, ritenendolo "inammissibile" il secondo ricorso presentato dai parenti del proprietario defunto della multinazionale, Michelangelo Manini. La cugina Mariangela e lo zio Carlo Rimondi, rappresentati dall'avvocato Rosa Mauro, avevano chiesto il sequestro dell'azienda di Zola Predosa, con l'azzeramento della dirigenza e la rimozione della cda. La decisione, arrivata dopo l'udienza del 21, tiene conto però proprio del fatto che è pendente, e si discuterà domani davanti ad un altro giudice, il reclamo della curia di Bologna - a cui Manini, morto a marzo, ha lasciato i propri beni. Il reclamo è sul fatto che il tribunale aveva accolto, l'8 ottobre, la prima richiesta di sequestro delle quote, avanzata dai parenti, stabilendo di nominare un custode. Il provvedimento era stato poi sospeso il 19.

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