rotate-mobile
Cronaca Navile / Via Zanardi

Estorsioni sessuali, trappole in rete: "Su Facebook il 77% degli adescamenti"

E' il vicequestore aggiunto della Postale Sergio Russo a spiegare modalità e numeri di questo crescente fenomeno legato alla cybercriminalità. In pochi denunciano, ma è la punta di un iceberg: "Si cede per paura e per vergogna"

Sesso ed estorsione. Dalla fusione di queste due parole in lingua inglese (sex + extorsion) è stato coniato il neologismo sextortion: un fenomeno che conta un numero crescente di casi e consiste, in estrema sintesi, nella richiesta di denaro in cambio della cancellazione - o meglio - della non pubblicazione sui social di materiale fotografico e video compromettente perchè a sfondo sessuale.
Come per l'ondata di attacchi del virus informatico "Cryptolocker", segnalata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni qualche giorno fa, anche per i casi di sextortion sono fondamentali l'informazione e la prevenzione, per evitare di cadere nella trappola in rete. 

Facebook, Skype, siti di incontri e chat erotiche, ma anche piattaforme come Linkedin: questo è il campo d'azione dell'ultima frontiera del cybercrime, che si muove "sparando nel mucchio", mietendo vittime in continuazione attraverso un primo contatto sul social network di Mark Zuckerberg, che è l'approccio scelto nel 77% dei casi denunciati in città. 

A Bologna la media di denuce annuali dell'ultimo biennio è sul centinaio, ma il dato non è indicativo, visto che come spiega il vicequestore aggiunto della Polizia Postale dell'Emilia Romagna Sergio Russo: "Il dark number, ovvero quel numero non conosciuto di persone che sono cadute nella trappola e che per varie ragioni (la vergogna prima di tutto) non denunciano l'estorsione o la tentata estorsione, è molto alto e di fatto incalcolabile". La solita metafora della punta dell'iceberg insomma. Sono stati invece ben calcolati e divulgati i reati informatici del 2015, fra i quali spicca l'adescamento online dei minori (fra gli altri il caso bolognese del capo-scout scoperto a pianificare incontri sessuali con un ragazzino di 12 anni). 

Dei denuncianti (quelli calcolati si riferiscono unicamente a chi ha sporto denuncia presso la Polizia Postale di via Zanardi, poi andrebbero sommate quelle della Questura e dei vari comandi dei Carabinieri) solo il 10% ha poi fatto effettivamente il versamento di denaro richiesto dal "ricattatore" (spesso di sesso maschile nonostante le curve esibite ndr). 

Abbiamo anticipato che l'adescamento avviene nel 77% dei casi su Facebook. In che modo viene avvicinata 'virtualmente' la vittima? Il modus operandi ha delle costanti? "Sì, le modalità sono quasi sempre le stesse, con poche variabili. L'approccio avviene normalmente (in 7 casi su 10) su Facebook, attraverso una richiesta di amicizia da parte di una donna avvenente (in alternativa su siti di incontri e chat erotiche) che si dimostra fin da subito piuttosto esplicita - continua Sergio Russo -  Dopo i primi scambi di battute, che di romantico hanno ben poco, si passa oltre e ci si dà appuntamento in video-chat: si utilizza la messaggistica istantanea del social network o ci si 'sposta' su Skype, con lo scopo di conoscersi meglio. Davanti alla web-cam la conversazione spinta diventa sesso virtuale e si passa alla fase della cosiddetta esibizione". 

Chi sono le vittime? Le bellissime ragazze che lanciano l'esca sono realmente tali? "Delineare il profilo delle vittime non è possibile. O almeno entrare nel particolare, visto che la fascia d'età spazia dal ragazzo ventenne all'uomo attempato: inutile dire che il fenomeno riguarda principalmente gli uomini. Sono loro i più 'deboli', diaciamo così. Dietro ai profili e agli account di queste belle fanciulle ci potrebbe essere davvero chiunque e spesso è evidente che i video sono registrati e spacciati come videochat 'in diretta'". 

La fase del ricatto. Come avviene la registrazione del 'comportamento compromettente' e la richiesta di denaro? "Abbiamo detto che dopo uno scambio di messaggi e di immagini in chat si fissa un incontro davanti alla webcam. La ragazza propone qui un’esperienza di sesso virtuale, mentre nel frattempo avrà posizionato una videocamera puntata sullo schermo o predisposta la registrazione del video sul pc. Ecco che il 'fattaccio' ora ha una prova inequivocabile".

Una prova di infedeltà, di ingenuità, di inesperienza. Davanti alla frase "Ho registrato tutto, ecco qui il link del video" probabilmente si gela il sangue e il pensiero vola alla famiglia, ai figli, ai colleghi, agli amici: basta un click e tutta la propria cerchia di contatti potrebbe accedere alla tua intimità. Spesso le vittime accettano il ricatto proprio per questo senso di vergogna, invece di denunciare. 

La richiesta di denaro come avviene a quanto ammonta? Come i ricattatori cercano di convincere la vittima a cedere? "Sempre via chat o comunque nei canali usati per scambiarsi i messaggi, viene mandato il link a un'area privata di Youtube, nella quale è pubblicato il contenuto scabroso. A questo punto vengono chieste cifre che variano di caso in caso: molte le richieste da 200/300 euro, altre arrivano fino ai 4 mila. Per fare pressione vengono mostrati degli screen-shot nei quali si vedono le conversazioni delle ragazze con gli amici e i familiari della vittima, per dimostrare che ci sono dei contatti e che quindi è molto facile che il link del video venga aperto anche dagli altri. Non solo. Negli attributi o nei sottotitoli di questi video comparevspesso la parola pedofilo/pedofilia per far credere che le donne riprese siano minorenni e che quindi ci sia un reato". Naturalmente di fronte a tali pressioni il soggetto rischia di cedere e di pagare quel che gli viene chiesto pur di non rischiare. 

Quali sono le modalità di accredito? Dove vanno a finire questi soldi? Gli autori del ricatto sono rintracciabili? "Si paga attraverso il circuito Money Transfer. Inutile dire che i prfofili e gli account spariscono nel nulla. Dai dati a disposizione il Paese in cui risultano arrivare la maggior parte dei pagamenti è il Centro Africa e la Costa d'Avorio. E' molto difficile combattere questo tipo di reato anche perchè tutti i siti in cui avvengono le estorsioni hanno sede legali in Paesi con i quali non si riesce a collaborare facilmente. Inoltre attraverso l'anonimizzazione delle identità tramite proxy, è possibile 'depistare' la localizzazione. L'unico strumento davvero efficace è la prevenzione ed è su questo che lavoriamo molto". 

Dunque parliamo di ragazze straniere. Come fanno a chattare in Italiano? Conoscono la nostra lingua? "Sono per la maggiore ragazze (o ragazzi, o uomini...) di lingua francofona che dichiarano fin da subito di essere straniere e di risiedere però in Italia (e di solito in una zona vicina alla residenza della vittima). Questo giustifica anche i frequenti errori grammaticali che si registrano nelle chat e dei quali si fa comunque ben poco caso". 

L'invito della Polizia Postale è quello di non lasciarsi intimorire e di denunciare le estorsioni. Esistono casi finiti in tragedia, con persone che 'non hanno retto' e il rischio di perdere tutto ha fatto compiere loro gesti inconsulti quando invece sarebbe bastato poco per uscire dal ricatto. 

CURIOSITA'. Glossario della rete e in particolare della frode informatica. La parola "Catfish", che mette insieme gatto e pesce viene usata per definire una persona che finge di essere qualcun altro sui social network. Con il termine "Fake" (dall'inglese per "falso", "posticcio") si intende un utente che falsifica in modo significativo la propria identità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Estorsioni sessuali, trappole in rete: "Su Facebook il 77% degli adescamenti"

BolognaToday è in caricamento