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Cronaca

Morì dopo la scomparsa, i sindacati: “Crocifissione del medico di turno”

Schierati in difesa del collega di guardia, in una nota, contestano la posizione del Direttore Generale come "noto tentativo di assolvere il sistema strutturale"

I sindacati dei medici del Policlinico S.Orsola-Malpighi in difesa del collega di guardia la sera in cui Gino Bragaglia, l'86enne trovato morto su una scala di emergenza, si allontanò dal reparto. In una nota firmata da Aaroi, Anaao-Assomed, Anaao-Dirigenza sanitaria, Cimo-Asmd, Cisl-Medici, Sinafo, Snr-Fassid, e Uil-Fpl Bologna, considerano "inaccettabile la solita autoassoluzione verticistica" e "la altrettanto usuale crocifissione del medico di turno". Esprimono solidarietà al collega "ingiustamente ed inaccettabilmente additato a pubbliche reprimende aziendali".

IL SISTEMA STRUTTURALE. Secondo i sindacati si tratta del "solito noto tentativo aziendale di assolvere il sistema strutturale per cercare di convogliarle verso gli operatori sanitari", e "chiaro sintomo dell'invalso modus operandi ambientale è la segnalazione inviata dal direttore generale all'ufficio interno per i procedimenti disciplinari rivelante la possibile apertura di un procedimento a carico del medico di guardia". I sindacati rimarcano come non sia "il singolo sanitario a dover predisporre ed assicurare l'organizzazione ed il funzionamento di cautele e strumenti strutturali idonei ad evitare casi di incontrollabile eccezionalità di allontanamento del paziente". Giudicano quindi "inaccettabile che il direttore generale nell'ambito di apposita conferenza stampa, finisca per additare ed addossare pretese colpe anche sul piano morale al medico di guardia, pretendendo di fornire gratuite lezioni anche in tema di sensibilità etica ed addirittura di buon senso, non potendo l'Azienda raschiare il barile della responsabilità professionale".

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