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Cronaca Casalecchio di Reno

"Blasfemo" lo spettacolo di Castellucci. Caffarra chiede "preghiere a riparo"

In arrivo a Casalecchio la piece teatrale "Sul concetto di volto nel figlio di Dio". Condanna dalla chiesa: "Sdegnati, Dio abbia pietà". Il cardinale si appella a fedeli e preti: che preghino e dicano messe

A Casalecchio di Reno in arrivo 'Sul concetto di volto nel figlio di Dio', la piece teatrale del regista cesenate Romeo Castellucci, che ancor prima di andare in scena ha sollevato polemiche e sdegno per i suoi contenuti 'forti'.

Vista dalla chiesa, l'opera è condannata senza appello, bollata come "una rappresentazione teatrale obiettivamente blasfema nei confronti di Gesù e del suo Volto Santo. Siamo sdegnati e addolorati, come cittadini e come credenti". Così, in una nota, l'arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, commenta la rappresentazione.

Sdegnati, puntualizza il cardinale in una nota, "come cittadini nel vedere che l'esercizio della libertà espressiva non conosce più neppure i limiti del rispetto dell'altro. Come credenti nel vedere inserito il Volto Santo, il quale gli angeli desiderano guardare, in uno spettacolo indegno, offensivo, e obiettivamente blasfemo e sacrilego. Sacrilegio - aggiunge - è anche trattare indegnamente i simboli sacri, così come la bestemmia si estende anche alle sante immagini". Al riguardo, argomenta Caffarra, "vengono a mente le parole della Scrittura: 'poiche' hanno odiato la sapienza e non hanno amato il timore del Signore mangeranno il frutto della loro condotta e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni. Dio - ammonisce il cardinale felsineo - continui ad usarci misericordia, anche quando giungiamo perfino al disprezzo del dono più grande che ci ha fatto: il suo Figlio unigenito". Pertanto, puntualizza nuovamente la guida della Chiesa bolognese, "sono sicuro che i buoni fedeli di Casalecchio in unione coi loro pastori sapranno reagire in modo fermo e composto. Chiedo ai parroci di Casalecchio di fare, dopo la celebrazione delle sante Messe feriali di venerdì e sabato, una preghiera di riparazione, nella forma e modo che riterranno più opportuno. Non escludano eventualmente la celebrazione della S. Messa 'per la remissione dei peccati'. E - conclude - che Dio abbia pietà di noi!".

BOLOGNA 'BLASFEMA', I TRASCORSI. L'arte e la chiesa in contrasto da tempo sotto le Due Torri. Prima dell'opera di Castellucci, fu la 'Madonna piange sperma' (2007) che per giorni attirò feroci polemiche e accuse di blasfemia. Era il titolo di una performance-mostra di illustrazioni che doveva andare in scena il 29 giugno 2007 nella sede del quartiere San Vitale, promossa dall'associazione gay 'Carni scelte'. La mostra era uno degli appuntamenti della manifestazione estiva 'Vicolo Bolognetti 2007', aveva il patrocinio del Comune e del ministero alle Politiche giovanili (quest'ultimo lo ritirò), ma una decina di giorni prima gli organizzatori decisero di annullarla chiedendo scusa a chi si era sentito offeso. Per la Curia era "una bestemmia abominevole" nei confronti della Madonna e perciò, anche allora, organizzò una messa riparatrice, che fu celebrata dallo stesso Caffarra nel santuario della Madonna di San Luca. Ma a bocciare lo show furono pure l'assessore alla cultura di allora Angelo Guglielmi e il sindaco Sergio Cofferati, che definì la mostra "un' inaccettabile volgarità che offende credenti e non credenti". Critico anche Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, che commentò così: 'Io non avrei fatto quel titolo perche' non mi interessa litigare con la Chiesa cattolica". Il parlamentare Pdl Fabio Garagnani denunciò gli organizzatori invocando l'articolo 403 del codice penale, cioé l'offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio di persona. Dopo pochi giorni si sfiorò il bis di polemiche con un'altra mostra curata da Arcilesbica e intitolata 'Recombinat women'. In questo caso, pomo della discordia era un'opera di Mariagrazia 'Migi' Pecoraro che, all'interno della mostra, reinterpretava i dieci comandamenti in chiave saffica. Alla fine l'esposizione, prevista nelle sale del Baraccano con il patrocinio (poi annullato) del quartiere Santo Stefano, traslocò al Cassero, sede dell'Arcigay bolognese. E ancora, nel dicembre 2006 fu la statuetta di Moana Pozzi, che era nel presepe del pittore Wolfango allestito nel palazzo comunale, ad animare il dibattito. Oltre al 'no' della Chiesa, ci furono proteste di simpatizzanti di Forza Italia, che il 18 dicembre sospesero per questo una seduta del Consiglio comunale.


 

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