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Cronaca Stazione

Amianto in stazione: 'Rimozione senza precauzioni, si intervenga'

Allo scalo Salesiani operazioni di rimozione ad opera di personale specializzato. Nelle stesse aree poi al via attività di rinnovo, effettuate invece da personale di Rfi e Clf, che denuncia Favi: “Lavoreranno senza precauzione relativa all'amianto”

La notte fra il 3 e il 4 ottobre, nei pressi dello scalo Salesiani della Stazione dei treni di Bologna sono in programma nuove operazioni di rimozione di pietrisco contenente amianto di tipo crisotilo, che verranno effettuate da personale specializzato nella manipolazione di materiali contenenti amianto. Al termine, le stesse aree saranno poi impegnate per il completamento delle attività di rinnovo della stazione da personale di Rfi e Clf, “senza alcuna precauzione relativa al rischio amianto”. La denunci arriva da  Giovanni Favia (gruppo Misto) in una interpellanza alla Giunta regionale per chiarimenti sulle procedure di prevenzione e sicurezza adottate in via precauzionale per la salute di lavoratori e in generale della popolazione rispetto ai potenziali rischi per la salute conseguenti alla movimentazione del materiale in questione.

“Rete Ferroviaria Italiana – informa Favia - ritiene che il personale di Rfi e Clf dovrà operare senza alcuna precauzione relativa al rischio amianto poiché, a loro dire, finite le lavorazioni di rimozione del pietrisco non vi sarà la presenza di fibre aerodisperse”. Anche se, puntualizza il consigliere, la lavorazione precedente “implicherà l’utilizzo di pale meccaniche che solleciteranno in maniera importante il pietrisco, provocandone inevitabilmente lo sgretolamento” e, quindi, “la messa in movimento di sostanze nell’aria, tra cui potrebbero esservi fibre di amianto”.

Nonostante le rassicurazioni date inizialmente ai lavoratori e ai loro rappresentanti per la sicurezza rispetto al fatto che l’area oggetto della rimozione di pietrisco sarebbe stata sottoposta a rilievi ambientali prima di essere utilizzata da altri, dalle informazioni date agli interessati “emergerebbe che i risultati, che dovrebbero essere il riferimento per definire l’area libera da rischi, risulteranno disponibili solo dopo 36 ore, quando ormai il personale di Rfi e della Clf avrà già effettuato la propria prestazione lavorativa, senza aver adottato alcuna precauzione, e la popolazione residente o frequentante l’area immediatamente limitrofa avrà già avuto accesso all’area”.

Favia chiede pertanto alla Giunta regionale “se ritenga corretta la procedura utilizzata da Rfi e se sia a conoscenza del pericolo a cui sarebbero esposti i lavoratori coinvolti e i cittadini residenti nelle aree limitrofe a quelle interessate, nonché gli studenti frequentanti le tre scuole della zona, gli istituti 'Sabin', 'Maria Ausiliatrice' e 'Salesiano' direttamente prospicienti l’area soggetta a intervento. Il consigliere vuole anche sapere se le strutture sanitarie regionali, competenti per territorio, siano state informate delle misure che Rfi intende adottare in tema di prevenzione e di messa in sicurezza, al fine di evitare la dispersione di tali fibre nell’ambiente e anche se esista un piano regionale di monitoraggio dell'aria, che interessi Arpa e le Asl competenti, nei pressi delle massicciate ferroviarie dell’intero territorio emiliano-romagnolo sottoposte a lavorazioni, al fine di disporre di elementi utili alla valutazione della pericolosità dell’amianto contenuto nelle stesse, in particolare nelle tratte adiacenti ai centri urbani “dove potrebbe esistere un pericolo per la popolazione residente”.

Tra le numerose richieste rivolte all’esecutivo regionale, Favia sollecita l’apertura di una istruttoria sul caso specifico per accertare l’eventuale presenza di amianto nelle tratte ferroviarie del comune di Bologna, al fine della valutazione del rischio sanitario per la popolazione, e l’ avvio di un processo volto alla messa in sicurezza e alla successiva bonifica dall’amianto da attuarsi sull'intera rete ferroviaria regionale.

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