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Strage 2 agosto, Bologna Today ricorda così: parola ai sopravvissuti

Oggi la città commemora le vittime della "strage della stazione" attraverso un fitto calendario di iniziative. Noi lo facciamo attraverso le parole di chi è miracolosamente scampato a quell'inferno

2 Agosto 1980: una data che Bologna non dimentica, perché è impossibile rifuggire il ricordo della strage più terribile della storia della nostra città.
Alle 10.25 di 31 anni fa, 85 persone sono state assassinate e altre 200 sono rimaste ferite. Insieme a loro, tanti altri portano dolorose ferite nell’animo, ancora oggi. Fu una strage, nel senso più profondo del termine. Intere famiglie vennero sterminate, altre mutilate tragicamente. Tanti i bambini e i ragazzi che quel giorno persero per sempre la speranza di un futuro.

La stazione di Bologna in pochi istanti si trasformò in un cimitero a cielo aperto. “Sentimmo un boato sordo – racconta chi era lì quel giorno -  poi un nugolo di polvere, infine macerie ovunque tra i primi binari e piazza Medaglie d’Oro.” Urla assordanti, afa tutto intorno, orrore negli occhi di chi era presente. E proprio attraverso il racconto di chi quel giorno si trovava su quella tratta ferroviaria, e per una serie di circostanze fortuite è scampato miracolosamente alla strage, noi vogliamo ricordare ciò che è accaduto e commemorare quanti, invece, non sono sopravvissuti.

Massimo aveva 5 anni, ma in lui è ancora vivido il ricordo di quel giorno. Anche perché se oggi è qui a raccontare quello che è successo, probabilmente è grazie al fatto che il treno su cui si trovava era in ritaro. Alle 10.25 invece di sostare alla stazione di Bologna, come avrebbe dovuto essere,  il convoglio su cui viaggiava Massimo si fermò nella campagna alla porte del capoluogo felsineo. “Viene la pelle d’oca solo al pensiero”, racconta emozionato, “viaggiavo insieme ai miei genitori e il mio fratellino neonato. Venivamo dalla Germania ed eravamo diretti in Sicilia, come tutti gli anni, per andare a trovare i nonni”.
Ma quell’anno non filò tutto liscio come al solito. “Il nostro treno – prosegue Massimo -  portò ritardo. Si fermò improvvisamente in piena campagna. Stemmo fermi per molte ore, con quel caldo che si moriva.”

Massimo e i suoi, come molti passeggeri di quel treno, si innervosirono per quella lunga e inspiegabile sosta. Ma era solo perché non potevano sapere che grazie a quel ritardo avevano evitato di trovarsi in mezzo all’inferno. “Il tutto fa ancora male oggi – aggiunge Massimo - ero piccolo e non capivo, ma adesso riflettendo sul ´accaduto e pensando che mi sarei potuto trovare in stazione a Bologna mi coglie una grande angoscia. Vivo anche attimi di depressione , devo confessare”.

E dalla angoscia del proprio ricordo, un pensiero alle vittime e ai loro familiari.Sono stati dimenticati da tutti - dice Massimo - Il governo stesso non fece un bel niente per queste persone. Semplicemente una vergogna”.

Ed ancora oggi i parenti delle vittime non fanno mistero di sentirsi abbandonati dalle istituzioni, che non presenziano alla commemorazione dell’evento e, ancor più, che non sono riuscite a far luce piena sui mandanti dell’attentato che piego Bologna e l’Italia tutta.
 

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GALLERY 'EVENTO DI COMMEMORAZIONE

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