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Stragi: tutti i fascicoli dei processi in digitale. Bolognesi: 'Governo metta in manovra risarcimenti'

Si è conclusa la digitalizzazione dei fascicoli processuali sui fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971. In particolare la strage alla Stazione e l'attentato all'Italicus

È "una vera e propria opera di salvataggio archivistico" la digitalizzazione dei fascicoli processuali sui fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d'Assise di Bologna a partire dal 1971, tra cui la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e l'attentato al treno Italicus del 4 agosto 1974.

Il progetto dell'Archivio di Stato di Bologna e del Tribunale bolognese, appena concluso e i cui risultati sono stati presentati oggi in conferenza stampa a Bologna, e' stato sostenuto dal 2012 dalla Regione e dall'Istituto regionale per i beni culturali (Ibc), appoggiato dall'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna e realizzato anche grazie al lavoro dei volontari dell'Auser, e "ha portato alla completa digitalizzazione, in formato pdf, di oltre 700.000 pagine (oltre 1.000 faldoni, pari a 170 metri lineari di carte), ora fisicamente conservati all'Archivio di Stato di Bologna".

Nel presentare il lavoro svolto, il presidente dell'Ibc, Roberto Balzani, pone l'accento sul fatto che ora, "grazie a sistemi evoluti di ricerca digitale, e' possibile affrontare montagne di faldoni, intrecciando parole chiave e frasi: un potenziale enorme per gli storici".

Da parte sua, la direttrice dell'Archivio di Stato di Bologna, Elisabetta Arioti, spiega che "la riproduzione digitale dei documenti consente di consultarli con potenzialita' informative piu' ampie, perche' non si tratta solo di pagine scansionate, ma di immagini contestualizzate". A titolo d'esempio, Arioti cita i fascicoli su 2 agosto, Italicus e sull'omicidio del magistrato Mario Amato, "che possono essere consultati in correlazione tra di loro", e fa sapere che "l'Autorita' giudiziaria, che sta testando l'efficienza del sistema informativo non ha riscontrato difformita' dai documenti originali".

Il prossimo passo, conclude Arioti, sara' "riversare in digitale i materiali audiovisivi legati a questi fascicoli, per avere a corredo delle informazioni scritte riproduzioni di video e cassette". E se Balzani si sofferma sull'aiuto che la digitalizzazione offrira' agli storici, Grazia Nart, presidente della sezione gip del Tribunale di Bologna, sottolinea invece che con questo progetto i magistrati avranno a disposizione "una vera e propria banca dati per indirizzare indagini future sullo stragismo, ma anche per le indagini in corso".

Un concetto, quest'ultimo, condiviso dal presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto, Paolo Bolognesi, secondo cui "con le potenzialita' di questo strumento si possono insinuare dei dubbi, ad esempio, su processi come quello per il delitto Mattarella, e si possono vedere tanti fatti minori che acquisiscono un valore molto maggiore per quello che riguarda tutta la strategia dell'estrema destra e le collusioni fra terrorismo di destra e di sinistra".

Bolognesi torna poi alla carica anche "sul ruolo pesante svolto dalla P2 in vicende come il caso Moro, l'Italicus, Bologna e l'omicidio Mattarella", e per questo motivo nega che la digitalizzazione possa essere interessante solo per gli storici.
"Qui- dice- si parla di delitti che non vanno in prescrizione, e non dobbiamo toglierci la possibilita' di arrivare, anche dopo 40 anni, alla verita' completa, perche' se non si arriva ai mandanti la possibilita' che certi fatti si ripetano c'e' sempre".

L'auspicio di Bolognesi, a questo punto, e' che "si arrivi ad avere una banca dati su tutti gli eventi italiani di questo tipo, perche' uno dei grandi guai che hanno turbato le indagini in questi anni e' stato il valutare singolarmente i fatti". 

Ovviamente soddisfatto per il risultato raggiunto anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, secondo cui "con la digitalizzazione viene messo in salvo un pezzo importante della memoria su anni terribili".

Gli inquirenti, chiosa, "devono poter condurre fino in fondo le indagini, per arrivare ai mandanti, e gli storici rileggere un periodo che mai avremmo voluto vivere ma che ha visto, attorno allo straordinario esempio dei familiari delle vittime e di coloro che sono stati colpiti, rinsaldarsi i valori di democrazia, civismo e convivenza che gli autori di quelle stragi volevano spazzare via".

Tuttavia, dal momento che si tratta di materiali ancora sensibili da un punto di vista di protezione dei dati personali, al momento il sistema di consultazione non e' accessibile liberamente sul web, ma "possono entrarvi- spiegano i relatori- utenti abilitati e da computer identificati con uno specifico certificato".

I documenti, quindi, sono a disposizione del pubblico solo da una postazione dell'Archivio di Stato di Bologna e "visibili secondo le regole sulla consultabilita' dei documenti degli archivi e la tutela della riservatezza contenute nel Codice dei Beni culturali e del Gdpr", vale a dire "l'identificazione dell'utente, la dichiarazione della motivazione di ricerca, il rispetto delle limitazioni previste per l'accesso ai dati sensibili e la sottoscrizione del codice deontologico previsto dal Codice sulla tutela dei dati personali". (Dire)

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