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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Studente Unibo vince concorso imprenditoriale Berlin startup calling

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Amin Boroomand (26) è il vincitore ufficiale del concorso Berlin Startup Calling organizzato dal portale ShopAlike.it
Il giovane studente sta conseguendo la laurea specialistica in Bioinformatica presso l’università di Bologna ed ha ottenuto il primo premio del concorso grazie ad un’idea di business che non mancherà di attirare l’attenzione del mondo digitale.

Overcome (questo il nome del progetto) è una app per Android che aiuta i suoi utenti ad affrontare il periodo che segue la fine di una relazione sentimentale.
Per quanto l’idea possa sembrare buffa, la commissione che ha assegnato il premio (composta da Robert Maier, Johannes Schaback e Philipp Klöckner) è stata conquistata dall’evidente mindset imprenditoriale alla base del progetto, dall’approccio scientifico verso il problema e dal potenziale innovativo dell’idea.

La app – al momento ancora in fase di sviluppo – accompagnerà gli utenti attraverso il processo di lutto servendosi di:

  • Un sistema agoritmico di predizione dei sentimenti
    Il programma richiederà agli utenti informazioni sul loro stato fisico e mentale. Le informazioni saranno poi confrontate con un nutrito data set ottenuto da centri di ricerca specializzati, in modo da categorizzare al meglio lo stato psicologico dell’utente.
  • Consigli personalizzati
    Una volta categorizzato l’utente, la app cercherà di predire i i suoi sentimenti giorno per giorno ed invierà consigli su cosa fare (suggerendo ad esempio materiale multimediale come film o canzoni, sempre approvato da psicologi professionisti ) e cosa invece evitare (abuso di alcol, droghe, ecc.)

Tra le feature opzionali, quella di connettersi con persone nella stessa situazione per farsi dei nuovi amici, bloccare le chiamate dell’ex emettersi in contatto con psicologi certificati nel caso i sintomi appaiano particolarmente seri.


Q&A con il creatore di Overcome

Come è nata l’idea?

Negli ultimi anni ho visto molti amici soffrire per amore e io stesso ho affrontato una separazione particolarmente difficile. Una volta ripresomi ho capito che avrei potuto trasformare quella situazione (e tutto quello che mi ha insegnato) in un’opportunità. Sono convinto che l’impatto psicologico di una rottura sentimentale venga spesso sottovalutato e che la mancanza di informazione a riguardo non dia alle persone gli strumenti per per fare i conti con il proprio dolore. Uno dei principali obiettivi di Overcome, di conseguenza, è quello di di creare consapevolezza nei propri utenti. Sapere, ad esempio, che molte persone accusano inappetenza nelle settimane che seguono una rottura, non soltanto rende il processo di lutto meno solitario, ma ti ricorda l’importanza di una corretta nutrizione e ti aiuta a prevenire lo sviluppo di condizioni più estreme. Lo stesso si può dire di molte altre reazioni che a prima vista possono sembrare assurde, ma che in realtà sono perfettamente normali e per nulla preccupanti se si posseggono gli strumenti e la consapevolezza per gestirle.

Perché pensi che l’Italia sia il paese giusto a cui proporre questo progetto?

Gli italiani si sentono perfettamente a loro agio ad andare dal dottore per disturbi fisici, ma quando i disturbi sono emotivi o psicologici la situazione può essere diversa. Per molti cercare aiuto è ancora una cosa tabù. Overcome potrebbe rappresentare un primo passo verso un’adeguata assistenza medica per tutti gli utenti che stanno sviluppando una forma di depressione (la app, infatti, li connetterà con psicologi certificati nella loro area) mentre per tutti gli altri utenti si tratta di una buona fonte di consigli per alleviare il dolore e fare nuove amicizie.
Naturalmente l’Italia sarebbe solo il primo passo. Secondo le statistiche pubblicate da Facebook, ogni giorno nel mondo avvengono circa 3 milioni di primi appuntamenti, ma oltre l’85% delle relazioni finisce con una separazione. Di conseguenza vedo molto potenziale per la mia app in diversi paesi, anche se naturalmente le differenze cuturali richiederanno degli aggiustamenti.

Come vengono categorizzati gli utenti della app? Come sopperisci al fatto che l’intero processo è svolto senza nessuna interazione umana?

Il mio percorso di studi ed in particolare le mie conoscenze bioinformatiche mi hanno insegnato molto su come effettuare classificazioni, specialmente quelle che sfruttano algoritmi di machine-learning. Che si parli di DNA o di psiche umana, ciascun individuo ha ovviamente una sua unicità, ma ci sono tratti comuni che ci permettono di classificare ed individuare specifiche condizioni. A questo scopo, la app raccoglie informazioni sia al momento del setup che regolarmente durante il processo di guarigione. C’è una classificazione preliminare che sfrutta informazioni di tipo demografico (Sesso, Età ecc.) ed altre più inerenti alla relazione terminata (Durata della relazione, Tempo trascorso dalla separazione ecc.). Poi ci sono domande più specifiche raccolte durante tutto il processo di lutto (“Hai perso peso?”, “Hai sviluppato insonnnia o iperinsonnia?”). La app confronta automaticamente le risposte fornite con il set di dati interno (sempre aggiornato con le ultime ricerche scientifiche) in modo da classificare l’utente, dargli i consigli più adatti ed eventualmente referenziarlo ad uno specialista. Tutti i dati utilizzati ed il materiale prodotto sono supervisionati da psicologi certificati come la professoressa Cicognani dell’Università di Bologna, che sta seguendo il progetto da vicino.


Quando pensi che la prima versione della app sarà rilasciata?

Al momento stiamo sviluppando le specifiche tecniche della app e completando il dataset psicologico. La prima release è prevista per la prima metà del 2016.


Che progetti hai per il futuro? Cosa pensi farai una volta conseguita la tua laurea specialistica?

Ho una grande passione per l’imprenditoria e mi piacerebbe ovviamente dare vita alla mia startup. Sto già cercando il supporto di incubatori ed acceleratori e spero di ricevere un’offerta interessante alla fine del mio percorso di studi.

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