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Cronaca

Frase choc su stupro, Rizzo Nervo: 'Gravità inaudita, ma non generalizzare'

In corso verifiche sul mediatore culturale autore delle frasi: potrebbe aver lavorato nell'hub migranti. Per l'assessore al Welfare è necessaria una verifica ai criteri di selezione del personale nelle coop

Una frase "del tutto intollerabile", per cui "mi aspetto che, una volta verificata la situazione, si possa agire di conseguenza". Chiede il pugno di ferro l'assessore al Welfare del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, nei confronti del mediatore culturale che ieri ha commentato sul profilo Facebook del Resto del Carlino la notizia della violenza di gruppo a Rimini sostenendo che lo stupro alla fine piace anche alla donna.

Abid Jee, questo il suo nome, lavora per la cooperativa sociale di Bologna Lai Momo. "Le verifiche sono in corso- spiega Rizzo Nervo, oggi a Palazzo D'Accursio- io ovviamente considero quelle parole di inaudita gravità e del tutto intollerabile. Quindi mi aspetto che Lai Momo, una volta verificata la situazione, possa agire di conseguenza".

L'assessore però invita a non fare di tutta l'erba un fascio. "Credo che farne un fatto generalizzato rispetto alla figura dei mediatori culturali sia ovviamente sbagliato- avverte Rizzo Nervo- la responsabilità è personale. Ripeto: siamo di fronte a una frase di inaudita gravità, di inaudita stupidità e davvero intollerabile, però che appunto riguarda quella persona che pagherà e ne risponderà".

Secondo Rizzo Nervo, comunque, la vicenda fa emergere "la necessità di un'attenzione straordinaria nella ricerca delle competenze, non solo di carattere strettamente professionale" per i mediatori culturali. Questa attenzione va dunque "rafforzata da parte di tutti i soggetti gestori, soprattutto in un sistema che ha un importante finanziamento statale- ammonisce Rizzo Nervo- dire questo credo sia giusto ed è sempre un richiamo necessario da fare, ma non partecipo a un dibattito che dovesse invece allargare a tutti i mediatori culturali e a tutti gli operatori che si occupano di accoglienza il sospetto rispetto a ciò che è avvenuto. Questo chi lo dovesse sostenere ha anche l'onere di provarlo", avverte l'assessore. (Dire)


 

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