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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ozzano dell'Emilia

Uomo si dà fuoco: proprio ieri condannato per falsa fatturazione

Mentre l'artigiano cercava di farla finita il suo avvocato era in tribunale a patteggiare. Avrebbe dichiarato costi maggiori di quelli sostenuti. Ammonterebbe così a circa 100 mila euro la pendenza con l'Agenzia delle Entrate

Condannato a 5 mesi e 10 giorni per l'accusa di utilizzo di fatture false Giusueppe C., l'artigiano di Ozzano che ieri ha tentato il suicidio dandosi fuoco davanti l'agenzia delle entrare di Bologna e ora versa in gravissime condizioni. Proprio mentre Giuseppe si dava alle fiamme (VIDEO), è arrivata la condanna, dal momento che l'udienza in tribunale era fissa per ieri mattina.

La pena però resta sospesa in quanto l'uomo è incensurato. La vicenda penale è nata da un accertamento fiscale della Agenzia delle Entrate sull'anno 2006, l'accusa era quello di dichiarazione infedele mediante fatture false.

Si chiude in auto e si da fuoco: le immagini

Ammonterebbe a circa 104 mila euro la pendenza con l'Agenzia delle Entrate. Questa cifra, dovuta forse anche a un'ipotesi di 'sovrafatturazione', cioé dichiarazione di costi maggiori di quelli sostenuti, è riferita a un solo anno. L'uomo si era rivolto alla commissione tributaria provinciale, ma il suo ricorso venne rigettato in primo grado.

IL FATTO. "Un boato, poi le fiamme e un uomo nudo sdraiato a terra" , è Moreno Masotti, Coordinatore Cittadino Bologna 2016, a raccontare a Bologna Today l'accaduto: si trovava infatti proprio di fronte al piazzale nel quale questa mattina si è consumato il tentativo di suicidio. Ha visto, senza fiato, la scena in diretta. L'uomo prima si è cosparso di liquido infiammabile, poi si è chiuso in macchine e si è dato fuoco.
Il perchè del gesto disperato è racchiuso in 3 bigliettini. Uno era indirizzato alla moglie - all'oscuro della situazione economica in cui versavano -, alla quale l'uomo chiedeva perdono per il gesto. Il secondo era per all'Agenzia delle entrate, anche a loro il 58enne chiedeva scusa per non essere riuscito a saldare i suoi debiti, giustificandosi "ho però sempre pagato le tasse". Soprattutto, poi, invitava gli esattori a lasciare in pace la moglie: 'Adesso pero' non andate a chiedere i soldi a lei'. Un terzo biglietto, infine, contiene solo poche parole del tipo "Adesso me ne vado nell'aldila'".

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