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Cronaca

Bologna al 30° posto per mancato pagamento della TARI

Un'analisi di Crif Ratings sui bilanci dei comuni italiani ha passato al setaccio i mancati incassi

Bologna è 30a in Italia quanto a mancato pagamento della tassa dei rifiuti. Un'analisi di Crif Ratings sui bilanci dei comuni italiani ha passato al setaccio i mancati incassi su base pro capite relativi alla TARI del 2016, evidenziando le differenze emergenti a livello regionale, provinciale e di città metropolitane.

A Bologna mancano all’appello 26 euro per cittadino e 63 euro se si considera Bologna come città metropolitana.

L’Emilia-Romagna si posizioni al 9° posto per la mancata riscossione pro capite della tassa sui rifiuti con una media di 22 euro. Al primo posto, il Lazio (con 121 euro e quasi il 51% degli importi accertati), al secondo la Sicilia (con una media di 77 euro su un accertato del 38%), al terzo la Campania con circa 63 euro.

Tra le regioni virtuose si trovano quelle a statuto speciale del Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), la Lombardia e il Veneto con mancati incassi pro capite inferiori a 10 euro (ovvero meno dell’4% sull’accertato). 

A livello nazionale, secondo il report di Crif Ratings, ogni anno manca all’appello il 20% dei corrispettivi dovuti, che tradotto in altre parole significa che una famiglia italiana su cinque non paga. L’ammanco ha raggiunto EUR 1,8mld nel 2016 e si è attestato mediamente intorno ad EUR 1,7mld annui nel triennio 2014-2016.

I dati relativi ai mancati incassi, esposti in modo aggregato su base pro capite per l’ambito thfeobngphdbibfho-2erritoriale di riferimento, sono calcolati come differenza accertamenti della Tassa Rifiuti (‘TARI’) e l’ammontare effettivamente riscosso. In generale CRIF Ratings rileva che la TARI rappresenta in media circa il 30% del totale delle entrate tributarie e risulta essere il tributo che maggiormente si presta a non essere pagato dagli utenti data la natura “quasi universalistica” del servizio. Infatti, risulta difficile discriminare la raccolta per le utenze morose.

"Sebbene la base del tributo sia legata al principio del “chi inquina paga” sancito dell’Unione Europea, il corrispettivo dovuto dall’utenza è legato esclusivamente ad elementi che esulano dall’effettivo utilizzo del servizio (ovvero superficie dell’abitazione e numero componenti del nucleo familiare), e pertanto tende ad amplificare le esternalità negative di comportamenti spesso “non etici”. Inoltre, dal punto di vista finanziario, l’applicazione della logica del tributo fa restare in capo ai Comuni il rischio di mancata riscossione" si legge nella nota. 

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