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Cronaca Zona Universitaria / Piazza Giuseppe Verdi

Amianto sul tetto del Teatro Comunale, il Comune a caccia di fondi per rimuoverlo

Sono circa 1800 le coperture sospette nel territorio comunale. 'Ancora molto lavoro da fare' invece per gli immobili pubblici di altri enti

Una parte delle tegole del Teatro comunale di Bologna è fatta in amianto. Un tratto di coperto in Eternit che però, a sentire i tecnici del Comune, almeno per il momento non desta preoccupazione. "Bisognerebbe bucarlo con un trapano o andarci con una lima per diffondere le fibre", spiega Fabio Andreon, direttore dei Lavori pubblici di Palazzo D'Accursio, ieri mattina in commissione in Comune.

Per quanto sia in buono stato, però, quell'amianto è giunto il momento di eliminarlo. E così Palazzo D'Accursio parteciperà al bando della Regione Emilia-Romagna (scadenza 30 aprile) grazie al quale spera di ottenere le risorse necessarie alla progettazione e rimozione dell'eternit dal tetto del Comunale. "Se poi non otteniamo il finanziamento- mette in chiaro Andreon- l'intervento ce lo progettiamo da soli". Nel programma dei lavori pubblici 2018 del Comune è indicato un intervento di manutenzione del coperto del Teatro comunale, per un importo di 250mila euro, con l'indicazione "finanziamento da altri enti".

Il punto sulla presenza dell'amianto in città è stato fatto ieri mattina in commissione, su richiesta del Pd. Grazie a una foto aerea, il Comune negli anni passati ha elaborato un censimento mappando circa 1.800 coperti sospetti in amianto. Di questi, ogni anno viene chiesto a un centinaio di proprietari di fare le dovute verifiche e nel caso la bonifica.

Nel 2016 sono state individuate tutte le proprietà vicino alle scuole e alle strutture sanitarie, mentre nel 2017 si è passati alle altre aree residenziali. "Ogni anno apriamo un centinaio di fascicoli per portarli a termine entro l'anno o entro i tre anni, a seconda della procedura", spiega Marco Farina, dell'area Benessere di comunità di Palazzo D'Accursio. (San/ Dire)

Una decina sono invece gli immobili di proprietà comunale che in questi anni sono stati bonificati in tutto o in parte (perché ad esempio in concessione a terzi) dall'amianto. Fra questi l'ippodromo, la bocciofila alle Caserme rosse e lo stabile di via della Volta. Ci sono poi tutte le altre proprietà pubbliche non di proprietà del Comune, come le aree militari, ferroviarie e demaniali, gli immobili della Regione, della Città metropolitana, delle Poste e di altri enti pubblici.

Con loro i contatti sono "costanti" e i monitoraggi "frequenti". La più recente, è la bonifica dell'area Staveco da 5.300 metri quadrati di amianto. "C'è ancora molto da fare- ammette Farina- ma il programma è in linea con quanto previsto dal piano del 2016". Di certo, garantisce l'assessore ai Lavori pubblici, Virginia Gieri, "monitoriamo con grande attenzione gli edifici pubblici e continueremo in questa direzione". Da parte dem, per bocca del capogruppo Claudio Mazzanti, arriva la promessa c he "periodicamente chiederemo degli step per verificare l'opera. Finora è stato fatto un grosso lavoro e sulle proprietà comunali è stato dato un segnale forte. Sui privati invece ci vuole un po' di attenzione, perché ci sono tanti furbi", mette in guardia Mazzanti. (San/Dire)

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