Terremoto, chiese a rischio: Diocesi ordina chiusura. Matrimoni e messe all'aperto
L'ordinanza riguarda i vicariati di Persiceto-Castelfranco, Cento, Galliera e Budrio. Ai parroci si raccomanda di "predisporre luoghi decorosi all'aperto, dove celebrare le liturgie, lontani da occasioni di pericolo"
Chiusi gli uffici pubblici, le scuole e l'Università. Ora, per far fronte a possibile nuove e forti scosse - ipotizzate dai sismologi - Bologna inasprisce le misure di sicurezza. A scopo precauzionale, anche le chiese - considerate luoghi insicuri, visto che sono stati gli edifici più colpiti dal sisma di questi giorni (vd VIDEO) - saranno chiuse.
Così ha richiesto attraverso un'ordinanza la Diocesi felsinea inviata a tutti i parroci e gli amministratori parrocchiali e firmata dal vicario generale monsignor Giovanni Silvagni: tutte le chiese nei luoghi colpiti dal terremoto nel territorio della diocesi di Bologna, anche se gli edifici non sono stati dichiarati inagibili, saranno chiuse.
L'ordine riguarda i vicariati di Persiceto-Castelfranco, Cento, Galliera e Budrio, zone che comprendono comuni anche nelle province di Modena e Ferrara dove ci sono stati crolli gravi. "Si provveda - si legge - a predisporre luoghi decorosi all'aperto, dove celebrare le liturgie festive e feriali, inclusi i funerali, i matrimoni e gli altri atti di culto, lontani da occasioni di pericolo". La decisione nasce prendendo atto dei danni subiti dalle scosse del 20 maggio e di oggi e tiene conto "della responsabilità morale che obbliga a provvedere l'incolumità delle persone". Alla discrezione dei parroci, scrive la diocesi, si lascia la valutazione se convergere per le celebrazioni in luoghi comuni tra parrocchie vicine.