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Cronaca

Terremoto 9 giugno: l'Emilia trema ancora, ma sono scosse deboli. Ora trema il Veneto

7 repliche nella notte, la maggiore di magnitudo 3 a Finale Emilia. Trema più forte, invece, il Nord Italia: nelle Prealpi venete registrato forte sisma di mag. 4.5

Ventesimo giorno dall'inizio dell'incubo terremoto in Emilia. Ventesimo giorno di scosse, ma da qualche giorno il sisma pare perdere potenza. Nella notte appena trascorsa l'Ingv ha rilevato 'solo' 7 repliche, nessuna superiore a magnitudine 3. Epicentro sempre la zona del modenese, con Finale Emilia in testa.
Nella giornata di ieri - 8 giugno - si sono registrate 14 scosse, la più potente di magnitudine 2.9 (delle ore 7.40 con epicentro tra San Felice sul Panaro e Crevalcore).
Trema maggiormente l'Italia del Nord: nella notte, infatti, una scossa di mag. 4.5 ha avuto luogo alle ore 4.04 nelle Prealpi Venete.
Che il sisma emiliano stia per scemare, perdendo gradualmente vigore e diminuendo il numero delle scosse giornaliere? In merito gli addetti ai lavori non si esprimono, avendo ribadito più volte l'impossibilità di poter fare previsioni precise.

IL PUNTO SULL'EMERGENZA TERREMOTO. Le scosse continue (638 dal 29 maggio a stamattina, sette oltre magnitudo 5) costringono a ripetere i censimenti per verificare i danni in un'area con quasi un milione di abitanti, dove lavorano 343.000 persone in 77.000 imprese e dove studiano 50.000 ragazzi (quasi 270 le scuole lesionate). I comuni interessati dal sisma sono 54. Dalla prima scossa del 20 maggio sono state compiute già 19.890 'verifiche speditive' sugli edifici colpiti: entro una settimana - annuncia in Aula l'assessore alla Protezione civile, Paola Gazzolo - si prevede di terminare le restanti 13.976 prime verifiche, anche se il secondo terremoto ha reso indispensabile ripeterne molte già fatte dopo il primo sisma. Il ritmo è stato di 1.500 al giorno e aumenterà, grazie ai Vigili del fuoco (fino a ieri 1.150 e da oggi 100 in più), ai tecnici regionali e delle Università, in crescita anche loro. Così come aumenta il lavoro dei 1.500 volontari di Protezione civile, più altri contributi (Vigili del fuoco, Enti locali, Forze armate e dell'ordine): sono oltre 4.500 le persone impegnate. Difficile calcolare tutti gli sfollati, con tanti centri storici evacuati, chiusi in 'zona rossa', ma la Protezione civile ha posto per 15.754 persone e ora ne assiste 12.180: oltre novemila in 35 campi, quasi tremila in scuole o palestre, il resto in albergo (diecimila posti usati in parte).

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COME COMPORTARSI. Semplice regole comportamentali e accorgimenti da seguire, a volte possono anche salvare la vita durante eventi sismici di particolare rilevanza. La Protezione civile stila un decalogo su cosa fare e non fare prima, dopo, durante le scosse di terremoto. E allerta: "La maggioranza delle persone pensa che le vittime di un terremoto siano provocate dal crollo degli edifici. In realtà, molte delle vittime sono ferite da oggetti che si rompono o cadono su di loro, come televisori, quadri, specchi, controsoffitti."

SCIACALLI. Ai disastri della natura, come se non bastasse, in queste ore si aggiunge la mano dell'uomo ad aggravare la situazione: nelle zone terremotate si fa stringente l'allarme sciacalli e mitomani, che spacciandosi per uomini della Protezioni civile allertano su imminenti scosse per far evacuare edifici. Una vera e propria psicosi collettiva è scaturita dall'annuncio - infondato - dell'arrivo imminente di un 'Big one', un sisma distruttivo. Ma i sismologi continuano a ribadire: 'Impossibile prevedere con precisioni quello che accadrà. Fin quando ci saranno scosse e di che entità si presenteranno'. Quindi allertano di diffidare di chi fa ipotesi certe, anche se possono pronosticare che in zona dovremmo aspettarci nuovi tremolii per 'le prossime settimane, forse mesi'.

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