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Cronaca

Terremoto: mentre la Dia sbarca a Bologna, spettro Mafia su lavori di ricostruzione

"Alta la guardia e impedire che ditte vicine alla mafia partecipino ai lavori per la ricostruzione" così il monito del procuratore Alfonso alla vigilia dell'inaugurazione a Bologna della DIA

Oggi a Bologna inaugura la Direzione investigativa antimafia (Dia) e proprio nelle stesse ore  lo spettro della Mafia aleggia sulla ricostruzione post terremoto in Emilia. Se n'è parlato ieri a Bologna, dove è stato illustrato il rapporto sulle mafie commissionato ad Enzo Ciconte, tra i massimi esperti italiani di criminalità organizzata e 'ndrangheta, che conferma come le realta' più vulnerabili alle mafie in Emilia-Romagna sono Reggio e Modena, dove le indagini confermano la presenza di 'ndrangheta e casalesi nei cantieri edili.

"Affidare a imprese qualificate e regolari la ricostruzione e la messa in sicurezza di case e capannoni nelle zone dell'Emilia colpite dal sisma, evitando di affidarsi ad aziende sconosciute, come quelle che già dopo la prima forte scossa del 20 maggio proponevano con volantini interventi 'chiavi in mano' a prezzi stracciati. E soprattutto "porre l'attenzione sul rischio di infiltrazione di soggetti a rischio di illegalità". Questo il monito del sindacato Filca-Cisl. "Invitiamo a diffidare di soggetti che non sono in grado di garantire capacità tecnica, competenza, qualificazione, regolarità e soprattutto legalità nell'esercizio dell' attività imprenditoriale - rileva il segretario provinciale della Filca-Cisl, Domenico Chiatto - La nostra preoccupazione è rivolta al mercato privato, dove è più facile che possano insinuarsi aziende di dubbia regolarità. Già da oggi dobbiamo porre l'attenzione sul rischio di infiltrazione di soggetti a rischio di illegalità".
Per il sindacato edili della Cisl, il sistema delle imprese regolari del territorio "possiede tutte le potenzialità professionali, tecnologiche e di mezzi per affrontare il dopo sisma. Senza voler limitare la concorrenza tra le imprese, è doveroso prevenire potenziali infiltrazioni malavitose, specie nei settori in cui la criminalità prospera: trasporto, nolo, demolizioni, stoccaggio di materiali rischiosi come l'amianto, la cui rimozione e smaltimento richiedono competenze specifiche che non si possono improvvisare".

"Dobbiamo tenere alta la guardia e impedire che ditte vicine alla mafia partecipino ai lavori per la ricostruzione: loro ci proveranno, ma dovranno trovare le istituzioni già schierate", ammonisce il procuratore della Repubblica di Bologna Roberto Alfonso, a capo della Direzione distrettuale antimafia dell' Emilia-Romagna. "Il privato non può chiedere la documentazione antimafia alle ditte da impegnare nei lavori, perciò si sta studiando un sistema: escluse le 'white list' chiuse e le autocertificazioni che non spaventano alcun camorrista o mafioso, si sta pensando a elenchi aperti di ditte che sottoscrivono un protocollo in Prefettura".
Sulla stessa lunghezza d'onda la vicepresidente della Giunta regionale, Simonetta Saliera: "Abbiamo grande consapevolezza del rischio di infiltrazioni mafiose nei lavori della ricostruzione post-terremoto, e per quei territori l'attenzione sarà molto alta".

La nuova sede della Direzione investigativa antimafia è stata inaugurata oggi a Bologna, alla presenza tra gli altri del direttore della Dia Alfonso D'Alfonso e del Capo della Segreteria del Dipartimento di Pubblica sicurezza, prefetto Sandro Valeri. La sezione operativa di Bologna sarà diretta dal maggiore dei carabinieri Giuseppe Vecchia e dipenderà dal centro Dia di Firenze. Numerose le autorità, i vertici giudiziari, amministrativi e delle forze di polizia di Bologna presenti al taglio del nastro da parte del prefetto Angelo tranfaglia e alla benedizione del cappellano della Polizia di Stato, padre Domenico. I senatori modenesi del Pd Giuliano Barbolini e Mariangela Bastico hanno espresso, con una nota, soddisfazione per l'avvio dell'operatività, a Bologna, della sede della Dia. Una misura che - ricordano Barbolini e Bastico - "avevamo più volte sollecitata e che, oggi, nella gestione del dopo-sisma, diventa imprescindibile".
 

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