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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

A un anno dalla grande scossa di terremoto: "La ripresa per le aziende non è facile"

Cna ha preparato un dossier su società, economie e imprese. La ricostruzione, pur tra mille difficoltà, è stata avviata e tra gli imprenditori c'é tanta voglia di ricominciare

A un anno di distanza dal terremoto che ha colpito 33 Comuni dell'Emilia-Romagna, la Cna ha preparato un dossier su società, economie e imprese. La ricostruzione, pur tra mille difficoltà, è stata avviata e tra gli imprenditori c'é tanta voglia di ricominciare anche se "non è facile", spiega il presidente di Cna Emilia-Romagna, Paolo Govoni.

L'area colpita è un territorio ad elevata concentrazione demografica e produttiva: 540mila abitanti, 51mila imprese e 190mila addetti. In quest'area opera il 16,2% delle imprese manifatturiere dell'Emilia-Romagna; è un territorio che vale il 2% del Pil nazionale. Il danno economico è stato enorme: sul fronte delle imprese, oltre alle aziende direttamente colpite, vi sono quelle che hanno subito gli effetti negativi del calo degli ordini (riduzione media del fatturato pari al 30%).

Il valore aggiunto perso a causa del sisma è di 3,1 miliardi di euro. Sul fronte dell'occupazione, Banca Italia stima in 2.400 i posti di lavoro dipendente perduti nel comparto industriale (il 20% del totale regionale) nel 2012. L'analisi dei dati ottenuti ripartendo i Comuni terremotati secondo la provincia di appartenenza vede spiccare il Modenese: con oltre il 40% dei Comuni colpiti dal sisma; questo territorio conta complessivamente 195mila abitanti e 20.000 imprese, con circa 78.000 addetti. Se si esclude il capoluogo, i Comuni della provincia di Ferrara sono secondi per ampiezza demografica (poco meno di 78.000 abitanti) e di imprese attive (7.000). In provincia di Reggio Emilia, i centri urbani colpiti sono 7 per una popolazione complessiva di quasi 70.000 abitanti ed oltre 6.500 aziende.

IL TERRITORIO BOLOGNESE. Infine, il Bolognese conta cinque Comuni inseriti nell'area terremoto, nei quali risiedono circa 65.000 persone e lavorano poco meno di 17.400 addetti. Il dossier ha identificato 15 Comuni che costituiscono il vero epicentro del sisma, vale a dire il cratere. In quest'area risiedono oltre 170mila abitanti (il 3,9% del totale regionale) e vi sono insediate 16.500 imprese (di cui 2.758 manifatturiere) che danno lavoro ad oltre 59.500 addetti. Il reddito prodotto dai quasi 106mila contribuenti ammontava nel 2010 ad oltre 2,2 miliardi di euro (3,5% del valore regionale). Infine i depositi bancari a fine 2012 equivalgono a poco meno di 2,8 miliardi. "L'esclusione di alcune spese dal Patto di stabilità interno é senz'altro positiva, così come lo sblocco dei pagamenti ai fornitori che nei Comuni colpiti dal sisma vale 14 milioni di euro, ma c'é ancora molto da fare - sottolinea la Cna - sia a livello procedurale sia in termini di sburocratizzazione a tutti i livelli".

LA SOLIDARIETA' CHE RICOSTRUISCE. Il Fondo cooperativo terremoto Emilia, organizzato dai sindacati e dalle Centrali cooperative, ha raccolto e impiegato quasi 900mila euro in progetti di solidarietà nelle zone di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena e Reggio Emilia colpite dal sisma dello scorso anno. La raccolta di fondi, lanciata con lo slogan "un'ora vale due", è stata finanziata grazie alle donazioni dei soci e dei dipendenti delle cooperative equivalenti al valore di un'ora di lavoro. Le imprese hanno raddoppiato il valore delle donazioni facendole confluire al Fondo. La solidarietà è stata vasta e convinta: in tanti hanno donato due, tre ore di lavoro, molti altri una intera giornata. Le Organizzazioni promotrici desiderano nuovamente ringraziare i lavoratori e le cooperative "per il sostanzioso apporto economico", ma intendono soprattutto dar conto dell'impiego dei frutti di questa generosa solidarietà. Le risorse hanno permesso il finanziamento di 24 progetti rivolti a sostenere interventi riferiti a sei macro ambiti: la riqualificazione urbanistica, la riattivazione della vita socio -culturale, l'inclusione sociale e lavorativa, il sostegno socio -assistenziale, la salute e il benessere, l'imprenditorialità cooperativa giovanile. Ogni progetto è stato selezionato in base criteri mirati all'utilità sociale e alla convergenza con i più generali programmi della ricostruzione. Particolare attenzione è stata rivolta alle persone, al ripristino di relazioni forti e alle comunità.

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