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Cronaca

Terrorismo, quattro espulsioni. Il sindaco Merola: 'C'è controllo dell'intelligence'

Sono sospettati di aver svolto attività di formazione e preparazione di combattenti da impegnare nel Jihad, la Guerra Santa. 'Ottimo lavoro' per Merola. Salvini: 'Quanti ancora in giro?'

La Digos di Bologna e la Polizia di Stato, seguendo le indicazione del Viminale, questa mattina hanno dato esecuzione a quattro provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale per motivi di prevenzione del terrorismo nei confronti di cittadini marocchini, già indagati nell’ambito di indagini della Procura per il reato di Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quinquies c.p.). 

Sono sospettati di aver svolto attività di formazione e preparazione di combattenti Mujaheddin da impegnare nella Guerra Santa, il Jihad. Si tratta di Bouirki Abdelali, Kaimoussi Abdelkrim, El Hachlafi Mourad e Razek Said. Nel corso di perquisizioni domiciliari sono stati trovati in possesso di numerosi documenti (testi, canti jihadisti e file audio/video) contenenti celebrazioni del Jihad, nonché specifici riferimenti ad azioni di terrorismo di matrice islamica.

"Terrorismo islamico, 4 espulsi che vivevano a Bologna. Quante altre migliaia ce ne sono in giro? Che dicono Renzi e Boldrini? Espellere!" ha twittato il segretario della Lega Nord Matteo Salvini".

"Ottimo lavoro" ha detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola, poichè i soggetti in questione "si impegnavano per la diffusione dell'estremismo violento. Mi sembra un provvedimento ben fatto, che testimonia che c'è un controllo da parte della nostra intelligence. Una buona notizia".

Anche il coordinatore della Comunità Islamica bolognese Yassine Lafram, interpellato da BolognaToday, si complimenta con le forze dell'ordine per l'operato e sottolinea che "le moschee non c'entrano, sono stati indottrinati sul web".

LO SPETTRO DEL TERRORISMO NEL BOLOGNESE. Non si affaccia solo dopo gli ultimi attacchi in Francia. Lo scorso gennaio, in una lista diffusa dal Dipartimento del tesoro degli Usa, ufficio Affari esteri, comparivano 10 persone residenti a Bologna e provincia, considerate presunti jihadisti. 

Ad aprile scorso, poi, un cittadino tunisino, “amico” di jihadisti combattenti in Siria, era stato fermato dalla Polizia di Bologna. L’attività di indagine aveva portato a “rilevare le responsabilità dello straniero, poiché arruolato ed in procinto di partire per la Siria al fine di realizzare atti aventi finalità di terrorismo”. Il soggetto era  stato sorpreso a intrattenere rapporti con combattenti jihadisti operativi in Siria, con i quali comunicava utilizzando Facebook al fine di organizzare il suo trasferimento verso quel paese  per poi raggiungere ed unirsi ai gruppi jihadisti dell'IS già impegnati in azioni terroristiche.

Sempre per Bologna era passato Giampiero, di origini calabresi, jihadista per scelta. Era partito dal Belpaese alla volta delle zone del Califfo dichiarando 'lotta all'Occidente predone'. Era stato arrestato nell'estate dello scorso anno in zona di Erbil. A Bologna Giampiero si sarebbe avvicinato a circoli islamici, contigui a cellule terroristiche. Dopo aver allargato i suoi contatti, era finito in Siria a combattere, dicendosi seguace del califfato di al Baghdadi. Di fatto era diventato un miliziano dell'Isis, giurando di combattere l'oppressione dell'Occidente, fino all'estremo sacrificio.

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